Avv. Di Cintio: "Bisogna prendere spunto dal caso Parma affinchè non si ripetano più certe situazioni"

02.03.2015 22:39 di  Mario Domina  Twitter:    vedi letture
Avv. Di Cintio: "Bisogna prendere spunto dal caso Parma affinchè non si ripetano più certe situazioni"
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© foto di Federico De Luca

Ai microfoni di Voci di Sport, l’avvocato Cesare Di Cintio ha espresso la propria opinione in merito al caso Parma e a come questa situazione potrebbe essere risolta: “La situazione della società emiliana ormai è stata commentata da tanti, qualsiasi altra parola sarebbe superflua. Credo che bisogna trarre spunto da questa tragedia finanziaria per non ripetere certi errori in futuro ed evitare che ricapitino altre situazioni similari. Il problema non è tanto il fallimento, che fra l’altro verrà discusso in tribunale il 19 marzo, ma secondo me il punto è che tutti possono comprare un club, indipendentemente dalla situazione finanziaria, ed questo è un problema per il nostro calcio. Faccio un esempio di quello che sto dicendo: quando un soggetto deve partecipare ad un appalto pubblico deve fornire alla pubblica amministrazione anche le garanzie finanziarie per poter sostenere i costi di determinati lavori. Anche nel mondo-calcio ci dovrebbe essere un sistema analogo, cioè chi si appresta ad acquisire un club deve dimostrare la proprialiquidità cioè deve dare sicurezze al sistema di non andare incontro a situazioni come quella del club ducale. Mi spiego meglio: se qualcuno vuole acquistare una squadra di calcio dovrà passare al vaglio di una commissione apposita che dovrà rilasciare una certificazione, nella quale si attestata che consente al soggetto di acquisire il club. In Inghilterra, che sotto questo punto di vista è un paese più evoluto, funziona già così. Il presidente Cellino, infatti, ha dovuto passare per una serie di test patrimoniali e di altri principi o limiti, che vengono imposti dalla federazione inglese, per poter acquisire il Leeds.

Io penso che soltanto in questa maniera potremmo limitare i problemi nel calcio, io credo che questo mondo sia un sistema chiuso, le società sono un certo numero già prestabilito e nel momento in cui una di queste viene a mancare è un problema di tutto il sistema e non solo dei calciatori che vengono svincolati ma anche sulle altre società perché ad esempio, in Lega Pro, ci sono squadre che hanno acquisito in prestito dei giovani del Parma ed hanno effettuato delle valorizzazioni con essi, ma adesso queste valorizzazioni non le pagherà nessuno. Bisogna rifondare questo sistema partendo dal fondo cioè dai proprietari delle squadre di club. Quest’estate l’UEFA ha applicato i principi del fair-play finanziario con l’esclusione del Parma e con questo, il massimo organo di calcio europeo, ha dimostrato che a chi sgarra alle regole del fair-play finanziario incorre subito in sanzioni pesanti. Il problema è che in Italia non funziona così: per partecipare alle coppe i club devono rispettare i parametri del fair-play finanziario, gli altri, invece, possono non rispettare i criteri ma devono far fronte alle regole della FIGC, che ad oggi non prevedono una regolarità di bilancio, ma prevedono che debbano essere saldati i debiti e i movimenti dei calciatori ogni tre mesi in Serie A e ogni due mesi in Serie B e Lega Pro. L’iscrizione del Parma al campionato è assolutamente regolare perché la norma del nostro calcio prevede che, per iscriversi, devi avere adempiuto le obbligazioni dei proprio tesserati sino al mese di aprile della stagione precedente. Se quest’ultimo criterio viene rispettato la società ha diritto ad iscriversi, nelle obbligazioni però non rientrano terzi come i fornitori, ma solamente i tesserati del club. In questo caso i fornitori sono proprio i soggetti che possono far fallire i crociati quindi io penso sia giusto trovare un equilibrio tra una garanzia per i tesserati, come oggi avviene, e i debiti che possiede la società perché ci sono fornitori che vengono pagati con notevole ritardo proprio perché non si rischiano sanzioni se ciò non avviene”.