PL - Amauri: "Alla Juve momento negativo, il Parma mi ha fatto rinascere"

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08.05.2020 15:07 di  Niccolò Pasta  Twitter:    vedi letture
PL - Amauri: "Alla Juve momento negativo, il Parma mi ha fatto rinascere"
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© foto di Federico Gaetano

Nel pomeriggio di ieri sul profilo Instagram di ParmaLive abbiamo intervistato Amauri, ex bomber crociato, con il quale abbiamo ripercorso tutte le tappe della sua lunga carriera. Potete recuperare il video completo sulla nostra pagina Instagram o su Youtube, con i tre spezzoni che verrano pubblicati al termine di ogni estratto. Arrivato in Italia nel 2001, venne ceduto al Parma ma non vestì mai la maglia crociata venendo ceduto in prestito per un paio di stagioni, prima di lasciare definitivamente il club ducale nel 2005, alle buste con il Chievo. Da lì la sua carriera ebbe una svolta, e cominciò l'ascesa prima con i clivensi, poi al Palermo e infine alla Juventus, prima dell'arrivo al Parma. 

Parliamo un po’ della tua storia, tu arrivi in Italia nel gennaio 2001 grazie al Parma, ma di fatto al Parma arrivi solo dieci anni dopo:
“In realtà io ero del Napoli, anche se molti pensano che io fossi del Parma. Nel 2001 ero un giocatore del Napoli e dopo che ho esordito il Parma mi ha comprato in estate. Come hai detto tu però non sono venuto al Parma, mi hanno mandato a Piacenza, poi Messina, il Chievo e solo dopo dieci anni sono arrivato a vestire la maglia del Parma. Uno spettacolo”.

Sei arrivato molto giovane, al Chievo hai avuto più continuità ma forse è al Palermo che hai raggiunto il tuo picco, che ne pensi?
“Sicuramente. Per me la differenza rispetto a quando sono arrivato io in Italia è che non ero uno di quei sudamericani che all’epoca arrivavano nelle big dopo anni di esperienza. Io ero un ragazzino e ho costruito tutta la mia carriera in Italia. Avevo solo nel bagaglio quattro mesi in B in Brasile e sono arrivato giovane, ho giocato il Torneo di Viareggio, però ero ancora acerbo. C’è voluto qualche anno, i primi tre anni non sono stati facili, non avevo continuità e all’epoca il Parma aveva giocatori del calibro di Amoroso, Adriano, giocatori esperti e io dovevo fare esperienza. Dopo al Chievo ho cominciato a giocare con continuità e a fare gol e nel 2005 sono andato alle buste con il Parma e il Chievo ha deciso di tenermi perché Beppe Pillon mi voleva con lui. A Parma avevano la squadra già al completo e io sono rimasto a Chievo. Sono andato davvero forte quell'anno, siamo andati ai preliminari di Champions e poi sono andato al Palermo”.

Domanda di un tifoso, meglio Parma o Palermo?
“Sono due realtà che mi hanno dato molto. Ho una grande stima per il Palermo, lo sanno tutti, amo la città. Parma è la città che mi ha accolto in un momento particolare della mia carriera, dove sono riuscito a ritornare Amauri. A queste due maglie sono grato, davvero con tutto il cuore. Non ho una preferenza, sarebbe disonesto dire una o l’altra, guardo entrambe con molto affetto”.

In mezzo a Parma e Palermo c’è l’avventura alla Juve, una parentesi apertasi alla grande ma chiusasi come forse tu non speravi:
“Sì, come tutte le storie, alcune finiscono bene altre meno. Alla Juve la società aveva deciso cosa volesse, io sono andato a Parma in prestito ed è per quello che voglio un gran bene alla città, perché in quel momento ero in un momento negativo. Anche il Parma nel 2011 rischiava la retrocessione, e mi ha dato l’opportunità di affrontare il momento insieme. Meno male che sono venuto, sono tornato a fare i miei gol, il Parma è rimasto in Serie A con un mese di anticipo nonostante a gennaio dessero la squadra già per spacciata. Ci siamo salvati alla grande, tant’è che un anno dopo io avevo l’accordo col Parma perché io volevo ritornare”.

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