Il fuoriclasse del Parma ha un nome e un cognome: Fabio Pecchia. Con lui anche un Parma con 13 assenti fa paura

02.11.2022 00:00 di  Niccolò Pasta  Twitter:    vedi letture
Il fuoriclasse del Parma ha un nome e un cognome: Fabio Pecchia. Con lui anche un Parma con 13 assenti fa paura
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Missione compiuta. Dopo il ko di Bolzano contro il Sudtirol, ai punti probabilmente immeritato, il Parma riparte subito con tre punti importantissimi, battendo il Como al Tardini in una partita contraddistinta ancora una volta da tante, troppe assenze, ormai una costante nelle ultime stagioni dei crociati. Il Parma fa di necessità virtù e porta a casa i tre punti, quello che conta, anche con una prestazione 'sofferta', più che per i pericoli creati dai comaschi per una difficoltà di manovra. Ma d'altronde cosa si può chiedere di più ad una squadra che aveva tredici assenti, con reparti come porta e attacco praticamente rimasti sguarniti? Nulla, ovviamente. Ed è qui che sale in cattedra il Fuoriclasse di questo Parma, che è mancato negli scorsi anni: l'allenatore. Fabio Pecchia ha rivoltato una squadra che era tutto tranne che squadra, ha dato ordine, ha dato coraggio, ha ridato emozioni ed entusiasmo ad un popolo che ha sofferto tanto negli ultimi anni. Pecchia è tutto quello che non sono riusciti ad essere i predecessori dello scorso anno e per questo, anche con una miriade di assenze il Parma fa paura a chiunque. Perché qualsiasi giocatore scende in campo rende. E non è proprio una cosa da sottovalutare. 

Guardate Edoardo Corvi. La sua storia è bellissima, l'abbiamo raccontata. Il giovane cresciuto nella squadra del suo cuore, che esordisce nel momento più complicato e riesce anche a diventare l'eroe, come successo contro il Bari in Coppa Italia. Bravissimo Edoardo, che ha collezionato tre clean sheet su tre e che ora dovrà difendere i pali del Parma per diverse settimane, visti i ko di Buffon (che rientrerà nel 2023) e di Chichizola. Per questo il Parma si è coperto e ha acquistato Antonio Santurro, che coprirà le spalle al giovane portiere in caso di necessità. Ma se le prestazioni di Corvi, come quelle di Turk lo scorso anno, sono state una bella sorpresa che non può che far piacere, c'è anche da sottolineare l'anomalia del ritrovarsi per due anni di fila a giocare una buona porzione di campionato con il terzo portiere. Quante volte capita che sia il primo che il secondo portiere si facciano male? Praticamente mai. Ecco, al Parma è successo due volte in due anni. Ma se la porta perde pezzi l'attacco non è da meno: in un colpo solo si è dovuto fare a meno di Inglese e Charpentier, prima ancora di Man e di Mihaila. Meno male che Tutino sta rispondendo alla grande, ma i problemi del Parma restano sempre i soliti: gli infortuni. E quindi bravissimo a Pecchia per questi risultati, un grande applauso ad un gruppo ritrovato e che sta ottenendo tutto il possibile. Ma l'auspicio è che, dopo tutti questi anni, si possa trovare una soluzione a questa morìa, perché il Parma non può permettersi di giocare per mesi con la rosa contata. Specie in una stagione in cui c'è tutto per competere per il vertice.