A Cittadella tra dolci ricordi e la necessità di fare punti. D'Aversa alza la guardia: guai a sottovalutare i granata

11.11.2017 21:00 di  Mattia Boselli   vedi letture
A Cittadella tra dolci ricordi e la necessità di fare punti. D'Aversa alza la guardia: guai a sottovalutare i granata
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© foto di Federico Gaetano

Interrotta con la sconfitta di Frosinone la bella serie positiva di fine ottobre, il Parma affronta la seconda trasferta di fila andando a far visita al Cittadella. Sarà bene riprendere immediatamente il cammino, perché con questa classifica cortissima una vittoria o una sconfitta portano diverse posizioni di classifica in più o in meno.

La conferenza stampa prepartita di Roberto D'Aversa si traduce in un monito molto netto: guai a sottovalutare i padroni di casa, che vanno affrontati con la stessa concentrazione con la quale si giocherebbe contro uno dei club più quotati del campionato. D'altronde la classifica non mente: appena due punti separano la squadra di Roberto Venturato dal Parma e, dunque, dalla zona playoff. Il tecnico crociato descrive un'avversaria "molto intensa, in salute, aggressiva, che non ci renderà la vita facile. Il nostro obiettivo deve essere andare in campo dando il massimo e leggere la partita precisamente il prima possibile. Il campionato ci ha insegnato che chiunque può avere difficoltà contro chiunque; ci sono momenti della partita in cui ragionare, soffrire ed altri in cui spingere sull'acceleratore". D'Aversa dovrà fare ancora a meno di Valerio Di Cesare e naturalmente di Fabio Ceravolo.

Il Tombolato di Cittadella evoca nella mente dei tifosi crociati uno dei ricordi più belli degli anni del Parma Football Club, la matematica promozione in Serie A arrivata il 16 maggio 2009 dopo un solo anno di "castigo". Una curiosità è che, in tempi neppure troppo lontani, il Cittadella ha avuto un altro stadio: parliamo dell'Euganeo di Padova, dove i granata si trasferirono nel 2000 cambiando addirittura la propria denominazione in Cittadella Padova, col chiaro intento di attirare il pubblico del capoluogo in tempi in cui il Padova era sprofondato rapidamente dalla A alla C2. Sostanzialmente l'operazione non piacque né ai cittadellesi né ai padovani, così la squadra tornò a casa dopo due anni e dopo altri due riprese il consueto nome di Cittadella. La storia recente del club è comunque assai positiva: quella in corso è la venticinquesima stagione di fila tra i professionisti e l'undicesima (non consecutiva) in Serie B. Numeri davvero brillanti per una società espressione di una cittadina che conta poco più di 20.000 abitanti.