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L'ex crociato Casarin: "Le nuove regole rischiano di spaccare il calcio in due"

di Vito Aulenti

L'ex addetto ai rapporti internazionali del Parma, nonché storico arbitro, Paolo Casarin, ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, mettendo a nudo i limiti delle nuove regole: "Per 100 anni si è fatto in una certa maniera, distinguendo tra volontarietà e involontarietà e lo spettatore a suo modo faceva l’arbitro e si divertiva anche in questo. Qui, senza spiegare il perché e senza avvertire che sarebbe stato possibile un netto incremento dei calci di rigore, si è cambiato tutto. Si è stravolto il buon senso: nessuno ha la facoltà di considerare falloso un intervento involontario. È una contraddizione, una follia spero transitoria. Vedere i difensori entrare in area con le mani dietro la schiena è uno sfregio al gioco del calcio, è pazzesco. Costringere un giocatore, prima che il pallone arrivi dalle sue parti, a giocare in questa maniera vuol dire minarne la capacità fisica e acrobatica. Il rischio è quello di spaccare il calcio in due. Che senso ha che in Serie A si puniscano dei falli di mano così? Un ragazzino di 15 anni che gioca già in una squadra come fa a fare il difensore? Allora facciamo due regolamenti diversi: uno per quelli che giocano al calcio giocato e questo che diventa uno sport tecnologico, globale, commerciale dove i difensori sono destinati a prendere più gol. Ricordiamocelo sempre: il regolamento del gioco del calcio ufficiale è uno solo e vale per tutti. Vogliamo mortificare chi il calcio lo gioca per passione e per sognare? Bisogna pensare anche ai campi minori, sennò all’albero del calcio stiamo bruciando le radici".


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