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Lucarelli: "Sognavo la B a 40 anni, è stata la fine di un incubo. Questa la mia ultima stagione"

di Sebastian Donzella

Compleanno con intervista. Alessandro Lucarelli, capitano crociato, ieri ha compiuto 40 anni. Una ricorrenza festeggiata con i compagni e davanti le telecamere del club ducale, rispondendo alle domande pervenute dai tifosi.
Di seguito uno stralcio della lunga intervista pubblicata dal profilo Facebook ufficiale della società gialloblù: "Mi sento molto vecchio (ride NdR). Fortunatamente mi sento ancora bene, sono contento di essere ancora qua a festeggiare con i miei compagni di squadra. Siamo pronti per una nuova e, speriamo, importante stagione. In ritiro ho festeggiato 22 compleanni, tanti obiettivamente. Questo potrebbe essere l'ultimo: mia moglie può farmi una torta, da quando avevamo 16 anni non lo festeggiamo più insieme".

Ti saresti mai aspettato, dopo il fallimento, di ritrovarti in B a 40 anni?
"Lo sognavo, pensavo sarebbe stato molto difficile e invece l'impresa è riuscita in soli 2 anni. Siamo tornati dove eravamo rimasti. C'è grande soddisfazione, tutti insieme siamo riusciti a tornare in un campionato che più ci compete".

Voi giocatori del Parma vi rendete quanti tifosi ha questa squadra in Italia e in giro per il mondo?
"Io si, perché negli anni ho visto arrivare tanti tifosi da tutte le parti del mondo. Deve essere motivo di grande soddisfazione da parte nostra: ogni anno, cerco di far capire ai nuovi arrivati l'importanza e la fortuna di giocare nel Parma".

Festeggerai anche il prossimo compleanno col Parma?
"Sicuramente spero di esserci, vediamo in quale veste e quale ruolo. Però è prematuro pensare alla prossima stagione, ne è appena iniziata una. L'importante è esserci oggi, l'ho voluto per mille motivi: perché mi sento ancora bene, perché mi sento di poter dare ancora tanto a questa squadra. Quindi obiettivo e testa solo a questa stagione che sarà molto impegnativa. Per non essere stucchevole, comunque, posso affermare che questo sarà il mio ultimo anno da giocatore".

Qual è l'attaccante più forte che hai mai marcato?
"Ne ho marcati tanti, i primi anni era più difficile perché il calcio italiano era il più importante a livello mondiale: dovevi farti il segno della croce quando incontravi Ronaldo, Zidane e Ibrahimovic".

A cosa hai pensato quando eri sul dischetto contro il Pordenone?
"Onestamente niente. Nel tragitto dal centrocampo al dischetto mi sono isolato da tutto per concentrarmi su quella palla che era decisiva. A un certo punto Frattali è venuto per caricarmi abbracciandomi, io l'ho spostato perché mi dava quasi fastidio. C'era una concentrazione totale, sapevo che quel pallone era pesantissimo, sapevo il significato che aveva metterlo dentro e andarci a giocare la finale. E' stato emozionante e difficile, c'è stato un pizzico di paura ma sono stato deciso e l'ho messa dentro".

Chi vorresti dei tuoi ex compagni nuovamente con te al Parma?
"Negli anni fortunatamente ho giocato con tanti bravi. Se devo dirne uno per le qualità tecniche dico Giovinco, il più forte visto qui a Parma negli ultimi 10 anni".

Cosa ti ha spinto a rimanere tutto questo tempo in gialloblù?
"L'amore che si è creato in questo decennio. Sono arrivato a Parma a 30 anni, il momento giusto per smetterla di girovagare in giro per l'Italia. Qui mi son trovato bene e, nel momento di difficoltà, il legame è diventato inossidabile. Per me la maglia del Parma è veramente una seconda pelle, mi sento un parmigiano d'adozione. Mi sento un tutt'uno con i tifosi".

Cosa hai provato dopo aver alzato la Coppa playoff?
"Ho provato grande gioia per il significato che aveva. Tornare in Serie B significava la fine di un incubo, superato con tanto sudore. Quella coppa significa che il Parma torna a disputare un campionato che più gli compete, abbandonando i campi di periferia".

Che gruppo si sta formando?
"Sono arrivati tanti giovani, si sono messi subito a disposizione di noi più vecchi. Noi, ovviamente, cerchiamo di farli inserire nel modo più breve possibile. Si scherza ma si lavora, è questo il modo giusto per cementare il gruppo".

Chi è il giocherellone del gruppo?
"Di Cesare, nonostante la veneranda età, a livello di spogliatoio è un ragazzino. Tiene su il gruppo con le sue battute, scherza".

Ci racconti il tuo esordio con la maglia del Parma?
"Partita in casa di Coppa Italia contro il Portogruaro. Perdevamo 2-0, la recuperammo ai supplementari. L'esordio non fu dei migliori, così come la prima parte della stagione. Però poi riuscimmo a vincere il campionato".

Qual è stato il tuo gol più bello?
"Il tacco contro il Torino, sicuramente. Non riuscirei a replicarlo nemmeno riprovandolo altre 50 volte".

Quali sono le favorite della prossima stagione?
"Le tre retrocesse e il Frosinone credo abbiano sulla carta qualcosa in più rispetto alle altre. Il campionato di Serie B comunque è difficile e strano, molto dura: di solito non vince mai chi te l'aspetti ma c'è sempre una sorpresa. Noi non dobbiamo fare proclami ma dobbiamo giocare con l'ambizione di poter fare qualcosa d'importante".


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