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PL - Melli: “Krause va solo ringraziato. Mihaila e Man? Ottimi, ma per salvarsi sono tutti indispensabili”

di Donatella Todisco

Una lunga storia d’amore. E’ quella tra Sandro Melli ed il Parma: tre parentesi da calciatore indimenticabili costellate di successi quali la Coppa Italia, la Coppa delle Coppe e la Supercoppa UEFA. Dal 1988 al 1997 ha messo a referto 301 presenze e 74 reti. Ai microfoni di parmalive.com l'ex crociato classe '69 ha analizzato il delicato momento dei gialloblù.

Mancano 10 giornate alla fine del campionato di A. Per il Parma sono finali.
“È un momento delicato per tutte, dati gli obiettivi. Quello del Parma è la salvezza e tutte le partite avranno il valore di una finale”.

 La salvezza è possibile? Quale percentuale di riuscita darebbe ai ducali?
“Sì, la salvezza è assolutamente possibile, anche perché la terzultima e la quartultima non sono così lontane. Le possibilità ci sono, dunque tutto è possibile, ma è complicato dare delle percentuali. Se proprio dovessi azzardare direi 50%, anche perché ci sono degli scontri diretti da affrontare. Questo è un aspetto positivo, ma comunque non si può sbagliare assolutamente nulla”.

Graziano Pellè, un ritorno gradito per il calcio italiano oppure no?
“Graziano l’ho avuto come calciatore nella sua prima esperienza a Parma. Secondo me è un giocatore che è cresciuto molto e d’altronde ha fatto bene anche all’estero in alcuni campionati importanti. Nella sua prima parentesi a Parma ha fatto un po’ di fatica, poi è cambiato tanto. Direi che il suo ritorno rappresenti un’ottima notizia, con il suo apporto sta dando una grossa mano a tutto il gruppo”.

Mihaila e Man sono le rivelazioni di questo Parma?
“Sono due ragazzi che stanno dando energia e freschezza ad una squadra che è in difficoltà nel reparto offensivo. Hanno entusiasmo e mente libera, non sono offuscati da pensieri negativi e vogliono emergere. Tuttavia, non potranno tirare la carretta per tutte le restanti partite e dovranno rifiatare. Bisogna continuare a dare spazio anche a gente più esperta. Servirà un certo equilibrio per dosare le forze e occorrerà il contributo di tutti. Qualche partita potrebbe anche essere decisa da un episodio o dalla giocata di un singolo, come Gervinho”.

In caso di B su chi bisognerebbe ripartire?
“È una domanda cui faccio fatica a rispondere, perché mi piange il cuore. Se dovesse succedere, bisognerà rifondare tante cose e ripartire dai giovani. Qualcuno andrà via anche a causa di un ingaggio elevato, ma è normale che ciò avvenga”.

Quale la delusione di quest'anno sin qui? Inglese e Cornelius non si stanno ripetendo come in passato. 
“Tutti e due hanno o hanno avuto dei problemi fisici, che non hanno permesso loro di entrare in campo in salute o con continuità. Ma a mio avviso la delusione più grossa è stata Gervinho, perché il Parma su di lui puntava molto ma il suo contributo è stato sporadico. Tuttavia, anche per loro c’è la possibilità di togliersi ancora soddisfazioni”.

Da Liverani a D'Aversa: un cambio utile?
“Credo che sia stato un cambio doveroso, che andava fatto. Non me ne voglia Liverani, ma credo che già dopo la partita persa col Torino, non avesse più in mano la situazione. Una scossa andava data e nessuno meglio di D’Aversa per competenze e ragioni economiche, poteva fare al caso dei gialloblù. Secondo me questo cambio, ma uso il condizionale, si sarebbe dovuto fare un mese prima e comunque giudico l’operato del mister attuale positivo, anche se chiaramente serve qualche punto in più”.

Krause sta mostrando entusiasmo, nonostante tutto. Prime impressioni a caldo sul nuovo corso societario.
“Se dovessi stilare una pagella di quest’anno coi voti, l’unico positivo andrebbe a lui. Per passione, cuore, modo di porsi e attaccamento alla società che ha acquistato. Bisogna fargli soltanto un applauso, ringraziarlo e poi mi sembra una persona molto educata. Ha speso dei soldi per questa società. Ha fatto tutto quello che si poteva fare, puntando anche su stadio e centro sportivo”.

Che ricordi ha della piazza di Parma?
“Sia da calciatore che da dirigente ho dei ricordi meravigliosi. Ho vissuto più di 25 anni tra settore giovanile, prima squadra e da dirigente. Il Parma per me è una seconda mamma”.

Sogna un ritorno a Parma in altre vesti?
“Per quanto amo il Parma, ci tornerei anche gratis. È un qualcosa che ho dentro la mia pelle. È un rapporto indissolubile e anche morboso da parte mia”.

La partita o il gol più bello?
“Quello siglato contro la Reggiana nel giorno della prima storica promozione in Serie A. Quel 2-0 ci diede la certezza aritmetica e per me che sono di Parma è un cerchio perfetto che si chiudeva”.

Quanto le nazionali possono incidere sui crociati ora?
“Incidono come avviene per tutti. Tutte le squadre hanno i loro nazionali, si lavorerà a ranghi ridotti. Poi dipende anche da eventuali infortuni. Se poi tornano integri tanto meglio. Possono entrare in gioco diverse variabili”.


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