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Faggiano: "Rimpianti? Non ne ho, anche se Caputo e Di Lorenzo... Sepe resta? Vedremo"

di Niccolò Pasta

Ieri, sul profilo Instagram di ParmaLive.com (@parmalive), abbiamo avuto il piacere di ospitare il Direttore Sportivo del Parma Daniele Faggiano, con cui abbiamo tenuto una lunga chiacchierata di più di mezz’ora. Con il Direttore sono stati tanti i temi presi in esame, dalla difficile situazione che stiamo vivendo, ad argomenti più leggeri quali il calciomercato. Proprio il mercato è stato il tema centrale dell’intervista, con i tanti tifosi che hanno affollato la chat curiosi circa i tanti nomi accostati al Parma negli scorsi mercati e nelle ultime settimane: il nome più gettonato? Ovviamente Sebastian Giovinco, su cui il Direttore si è così espresso: “L’idea c’è stata visto che ho parlato con chi lo segue e con il ragazzo a gennaio, perché se fosse andato via Gervinho dovevamo cautelarci. Il ragazzo sarebbe stato entusiasta dell’idea, ma dobbiamo guardare a tante cose, sia economiche che di lista”.

Spazio poi a due dei colpi dell’ultima sessione estiva, Roberto Inglese e Luigi Sepe, reduci da infortuni differenti ma in fase di rientro. Su Inglese abbiamo chiesto al Direttore la possibilità di includerlo nuovamente in lista, mentre sul portiere partenopeo qualche domanda sulle voci di mercato: “Inglese deve pensare a rimettersi e a tornare ad essere l’Inglese che tutti abbiamo visto. Lui sta facendo di tutto per tornare, ma dobbiamo pensare alla sua salute, poi vedremo. Su Sepe ci abbiamo creduto, però in quella scelta c'è tanto di D'Aversa e c'è tanto di Bartoli, il nostro preparatore. Lo avevano avuto già a Lanciano, loro ci tenevano tanto e sapevo che era un giocatore che oltre a essere bravo in porta ha una dote importante per un portiere, ha dei buoni piedi. Mi sono fidato e lo abbiamo preso, era quello che ci serviva per cercare di ripartire subito. Poi è una gran persona, un bravo padre di famiglia, oltre che essere un ottimo portiere. Se resta? Non so nemmeno se domani usciamo da casa, figurati se sappiamo altro (ride, ndr). A parte gli scherzi, dovremmo vedere tante situazioni, le voci di mercato fanno piacere, vuol dire che sia Pizzarotti, che Faggiano e D’Aversa, e lo staff non abbiamo sbagliato, sia per lui che per altri”.

Si arriva poi ad un tema spinoso, quello delle scadenze al 30 giugno. Come saprete la FIFA qualche settimana fa si era espressa in maniera diretta, affermando che i calciatori con contratto in scadenza al 30 giugno sarebbero stati liberi dal primo luglio: i prestiti sarebbero tornati nelle loro squadre e gli svincolati avrebbero potuto trovare una nuova squadra. Negli ultimi giorni però, la FIFA ha ritrattato, scaricando il peso sulle società, che dovranno trovare un accordo fra loro. Ecco cosa ci ha detto il Direttore a riguardo: “E’ un falso problema, prima pensiamo a tornare a giocare. Poi se ne parlerà, ma non è un problema”.

Tra i tanti colpi messi a segno, ce n’è sempre qualcuno che non va a buon fine. Abbiamo dunque chiesto al Direttore se avesse qualche rimpianto, e lui ci ha risposto così: “Onestamente no, ho rimpianti ma nulla di particolare. Mi dispiace non aver portato Caputo, oppure eravamo vicini, avevo fatto quasi tutto, con il Matera per Di Lorenzo. C'eravamo, però solo in prestito, con Castrovilli. Poi Petkovic, ma era fuori portata a livello di ingaggio”. E su Piatek? “Abbiamo parlato ma non era semplice, c’erano tante squadre che potevano permettersi il suo ingaggio. A noi dovevano dare più di una mano per l’ingaggio (ride ndr)”.

Infine, chiusura con il botto con due delle intuizioni del Direttore, diverse fra loro: Kulusevski e Gervinho. Il primo, un giovane in rampa di lancio preso in prestito dall’Atalanta e valorizzato alla grande, il secondo un giocatore al tramonto revitalizzato, protagonista dell’ultima sessione del mercato: “Kulusevski mi è sempre piaciuto, ma una grande mano mi è stata data da mister D’Aversa. Aveva fatto vedere buonissime cose in Primavera, è stata un’intuizione fortunata, con buona parte del merito di D’Aversa. Ci vuole fortuna. Faccio l’esempio di Gervinho, quando l’abbiamo preso ci facevano le pernacchie, poi è stata la nostra fortuna, e viceversa. Gervinho? Quando vuole una cosa la ottiene. Ero nervoso, ti dico solo che il giorno dopo dovevamo andare a Cagliari, ed è stata la prima partita del Parma che non ho visto. Non so se era lui che volesse andare via, ma neanche i procuratori. Penso che qualcuno volesse farlo andare via, non qualcuno del suo entourage. Il ragazzo non è andato perché ha firmato tardi, se lui avesse voluto andare avrebbe potuto firmare al mattino”.


Intervista Daniele Faggiano parte II


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