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L'ora della verità

di Niccolò Pasta

Chiariamoci, siamo solo alla quinta giornata, ma fino a questo momento il Parma ha faticato a decollare. C'è stata sì una bella vittoria contro il Pordenone (ma l'avversario non era al livello dei crociati), ma fin qui la squadra di Enzo Maresca non ha ancora mostrato il suo vero volto, un suo gioco anche solo poco accennato, una chiara identità. Giusto sottolineare, ovviamente, che non si passa dal contropiede al tiki-taka in cinque minuti ed è normale e sacrosanto che Maresca e il suo staff abbiano bisogno di tempo per istruire al meglio un gruppo nuovo, che conoscono poco e che si conosce poco vista la rivoluzione estiva, ma fin qui il Parma è stato trainato dalle individualità e meno da un gioco corale. 

Il passo falso contro la Cremonese ci può stare: la squadra di Pecchia ha giocato meglio, ha imbrigliato i crociati, lenti e poco aggressivi, e ha meritato i tre punti. Il Parma ha fatto tanta fatica anche perché le sue stelle hanno fatto fatica: tolto Mihaila, che si è comunque acceso a sprazzi, i diamanti di Maresca sono incappati in una serata no. Man innamorato di sé stesso e del pallone, Vazquez nervoso e poco lucido, Inglese che ci ha provato ma ha più rincorso che corso: se non girano e non girano tutti insieme si fa dura. 

La gara contro la Ternana, che non va per niente sottovalutata anche vista la grande emergenza, diventa un crocevia importante per la stagione: davanti il Pisa vola e non sappiamo se sia la classica squadra di B, che parte bene ma poi si scioglierà. Le altre grandi si stanno risvegliando, ma soprattutto stanno iniziando a trovare un'identità, che ad oggi - io quantomeno - non si è ancora vista. La partita di domani e quella di domenica contro il Pisa diranno tanto della stagione che sarà del Parma.


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