La salvezza ducale passa da Napoli. La penalizzazione ha fatto perdere Ekdal, la Grecia ha detto no per El Kaddouri

14.08.2018 22:42 di  Sebastian Donzella   vedi letture
La salvezza ducale passa da Napoli. La penalizzazione ha fatto perdere Ekdal, la Grecia ha detto no per El Kaddouri
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Il mercato in entrata del Parma è legato a doppio filo al mercato in uscita del Napoli. Ogni reparto è stato rafforzato grazie agli azzurri. A partire dalla porta: Luigi Sepe, desideroso di ritrovare la titolarità in A dopo aver disputato una sola gara negli ultimi tre anni. Passando in mediana, il colpo grosso Alberto Grassi, con la maxi-offerta da circa tre milioni totali tra prestito oneroso e ingaggio accettata dai partenopei e dal giocatore. Più in avanti un graditissimo ritorno, quell'Amato Ciciretti che, pur acciaccato, è stato decisivo nella promozione in A dei ducali. Lì in avanti, infine, una delle punte titolari più giovani e promettenti della A, ossia l'ex Chievo Roberto Inglese. Quattro pedine che saranno fondamentali nello scacchiere di D'Aversa che dovrà, soprattutto per Grassi e Inglese, trovare subito la quadratura del cerchio visto che i due hanno disputato il ritiro con il Napoli.

Un problema nato soprattutto dal processo che ha frenato di botto il mercato crociato e ha anche fatto sfumare diversi giocatori. Tra di essi ParmaLive.com vi racconta anche di Albin Ekdal che dopo il Mondiale con la Svezia avrebbe potuto rivestire un altro gialloblù, quello ducale. Purtroppo, però, nonostante il lunghissimo corteggiamento durato mesi, la penalizzazione di -5 ha allontanato il giocatore: la cancellazione della stessa è arrivata troppo tardi, con la Samp che aveva già debitamente accelerato.

In chiusura un nuovo approccio a Omar El Kaddouri andato male: il centrocampista belga naturalizzato marocchino, dopo la lunga telenovela di sei anni fa che si concluse con un rifiuto, non sbarcherà nemmeno questa volta a Parma. I ducali ci hanno provato, il PAOK Salonicco ha detto no. Anche la Grecia, insomma, ha messo i bastoni tra le ruote ducali.