La crisi italiana fa rumore: oltre un centinaio di club scomparsi in quindici anni

17.07.2015 19:42 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
La crisi italiana fa rumore: oltre un centinaio di club scomparsi in quindici anni
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Il malessere del calcio italiano è avvertito anche all'estero: ne è la prova un articolo scritto poco fa dal sito francese LaGrinta.fr, che ha ripercorso le tappe della grande crisi del Belpaese in ambito calcistico. Un giocattolo che si è rotto negli ultimi anni, stando a quanto riporta il sito transalpino, che cita come caso emblematico il fallimento del Parma: "Il club è stato dichiarato fallito, mentre il suo ex presidente è sotto inchiesta per appropriazione indebita e autoriciclaggio con il metodo mafioso". Il riferimento è, ovviamente, a Giampietro Manenti. Ma l'articolo del sito francofono prende in considerazione anche i freddi numeri, che sono i più sinceri testimoni del disastro Serie A: come ha spiegato anche Marco Bellinazzo, giornalista de "IlSole 24 Ore", le squadre dipendono per il 58% dai diritti tv, e solo l'11% dei ricavi deriva dalla vendita dei biglietti, contro una media del 30%.

Colpa degli stadi fatiscenti, forse, ma se anche gli introiti commerciali dei top club di Serie A sono notevolmente più bassi delle squadre più importanti di Spagna, Inghilterra e Germania, si capisce che il problema è di più ampio respiro. Il debito complessivo delle squadre italiane aumenta attualmente a 1,7 miliardi di euro: cifre da capogiro, che si riflettono anche sul calciomercato, visto che è addirittura dal 2001 che la top 5 dei trasferimenti nel calciomercato italiano non si è più smossa. E la situazione è ancora più drammatica in Lega Pro, terzo livello del calcio italiano, dove decine di società falliscono ogni anno: troppi costi e ricavi troppo bassi. Così facendo, si è arrivati all'esorbitante numero di oltre cento club professionistici scomparsi nel corso degli ultimi quindici anni. Insomma, il Parma, una delle squadre più titolate d'Italia, è solo l'ultima vittima di un sistema malato, che deve cambiare radicalmente per invertire la rotta il prima possibile.