Dai messaggi pre-partita al rischio A: cos'è successo da Spezia-Parma in poi

21.06.2018 20:00 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Dai messaggi pre-partita al rischio A: cos'è successo da Spezia-Parma in poi
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

La questione relativa a Spezia-Parma è al centro dell'attenzione in casa crociata. In questi giorni si è detto e scritto tanto, con i messaggi di Emanuele Calaiò (ma anche di Fabio Ceravolo) che sono finiti al vaglio della giustizia sportiva. L'epilogo (parziale) lo conosciamo, con il deferimento dell'attaccante palermitano e della società Parma Calcio. Ma cerchiamo di ricomporre il puzzle degli eventi, anche per fare un po' di ordine.

Innanzitutto, il match è stato giocato il 18 maggio: il Parma vince 2-0 a La Spezia contro gli aquilotti e si assicura la Serie A diretta, anche grazie all'inopinato pareggio tra Frosinone e Foggia, che condanna i giallazzurri a disputare i playoff. Il Frosinone, comunque, vincerà poi gli spareggi promozione, conquistandosi comunque la massima serie.

-9 giugno: la Gazzetta dello Sport scrive che è in corso un'inchiesta su Spezia-Parma, che riguarda alcuni sms mandati da un paio di tesserati del Parma ad alcuni colleghi dello Spezia. Si parla di "sms sospetti". Pronta la risposta del Parma tramite un comunicato ufficiale: "Nessuna irregolarità negli sms, inchiesta dovuta. Vie legali verso chi infanga nome del club".

-10 giugno: il Corriere dello Sport fa il punto della situazione: sembra esclusa una responsabilità diretta del Parma, con il rischio, tuttavia, di incorrere nel deferimento. Intanto, la Gazzetta di Parma rende noti i primi contenuti dei messaggi, il cui tenore non sembra far pensare minimamente a un tentativo di illecito sportivo.

-11 giugno: secondo La Repubblica, non c'è alcuna prova: possibile l'archiviazione del caso.

-12 giugnoil Corriere dello Sport scrive che ci si aspetta una chiusura della vicenda in tempi brevi. Da quel che emege, la posizione meno salda sembra essere quella di Emanuele Calaiò: resta da accertare se i suoi messaggi fossero "scherzosi" o un effettivo tentativo di combine.

-17 giugno: dopo alcuni giorni di silenzio sulla questione, la Gazzetta dello Sport fa sapere che la Procura federale si pronuncerà sulla vicenda entro 48 ore.

-20 giugno: scoppia la bomba. Gazzetta.it afferma che Calaiò e Ceravolo saranno deferiti per tentato illecito, con il Parma coinvolto per responsabilità oggettiva: la Serie A è a rischio. Pronta la risposta del Parma, che, tramite i suoi canali ufficiali, definisce le accuse "sconcertanti". Poche ore dopo, una piccola rettifica su quanto detto in mattinata: saranno deferiti "solo" Calaiò e il Parma, non Ceravolo. Poco dopo, proprio Ceravolo annuncia che a breve ci sarà un suo comunicato personale. Il Parma, tramite l'amministratore delegato Luca Carra, ribadisce come pensare a un tentato illecito sia sconcertante.

-21 giugno: si arriva alla giornata di oggi, quando vengono svelati i tre messaggi incriminati di Calaiò. Il primo messaggio era stato anticipato già nella tarda serata del 20 giugno da Sportitalia. Nel frattempo, Tuttosport si schiera dalla parte del Parma. Mentre arrivano le prime analisi da parte di vari avvocati sulla questione, esce anche il comunicato di Ceravolo, annunciato il giorno prima: l'attaccante si aspetta delle scuse e confida che il Parma non perda per dei banali e innocui messaggi la Serie A. Il sindaco Pizzarotti sta con il Parma, mentre le altre squadre interessate alla vicenda sono alla finestra. Viene inoltre reso noto che il Parma sarà difeso dall'avvocato Eduardo Chiacchio. La Gazzetta dello Sport, comunque, spiega ancora come il Parma sia tutt'altro che spacciato: è possibile che il Tribunale federale nazionale opti per la derubricazione dal reato di tentato illecito a quello di "semplice" slealtà sportiva, in modo da infliggere alla società emiliana soltanto un'ammenda.