In attesa di Charpentier, Pecchia si gode il ritorno al gol di Inglese e rilancia Benedyczak: col reintegro di Karamoh, attacco completo? Buffon, umiltà e spirito di gruppo: che sia d'esempio per tutti

Puntualmente, ad ogni singola conferenza stampa, sono state poste domande su Roberto Inglese. E mister Fabio Pecchia, ogni volta, ha sempre risposto con grande serenità, dichiarando pubblicamente la propria ammirazione nei confronti dell'ex centravanti di Chievo e Napoli, al quale ha consegnato sin da subito le chiavi dell'attacco gialloblù. Il gol di ieri è un premio per il ragazzo, il cui impegno è stato encomiabile in ogni circostanza, ma lo è anche per l'allenatore crociato, che, in barba a critiche e mormorii, ha sempre dimostrato coi fatti di voler puntare con decisione sul classe 1991 di Lucera. La speranza è che la rete inflitta al Cosenza possa sbloccare definitivamente Bob, e che le sofferenze degli ultimi anni possano lasciare finalmente spazio a soddisfazioni, prestazioni importanti e soprattutto gol. Tanti gol.

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In attesa di Gabriel Charpentier, dunque, Pecchia si gode la rinascita di Inglese ma anche la bella prova offerta da Adrian Benedyczak, ieri entrato in campo con un piglio e con una voglia davvero notevoli. Se il giovane polacco - i cui margini di miglioramento sono peraltro ancora molto ampi - è realmente quello visto ieri, allora, personalmente, considerando anche il sempre più probabile reintegro di Karamoh, non vedo la necessità di ulteriori rinforzi nel reparto offensivo: reparto offensivo che potrà tra l'altro contare anche su un Ansaldi in più (a proposito, grazie Cristian! Finalmente si sono rivisti al Tardini dei cross degni di questo nome!).

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Chiudo con una nota di merito per Gianluigi Buffon, che ieri in teoria era uno dei giocatori in panchina a disposizione di Pecchia, ma che in pratica ha dato manforte proprio all'allenatore di Formia, sostenendo la squadra dal primo all'ultimo minuto con la sua consueta grinta. Spesso, e non solo nel Parma, si vedono giovani che dopo 4-5 ottime partite si sentono arrivati, e poi, alla prima panchina, cominciano a mugugnare, pensando solo al proprio orticello. Poi invece ci sono campioni come Super Gigi, che hanno fatto la storia del calcio e che, malgrado ciò, capiscono quando è il momento di essere protagonisti e quando invece fare un passo indietro, con grande umiltà, dimostrando grande spirito di gruppo e un senso di appartenenza fuori dal comune. Ecco, l'auspicio è che l'intera rosa possa prendere esempio dal numero uno crociato: del resto, l'unico modo per vincere è ragionare di squadra, remando tutti assieme in un'unica direzione. E questo, Buffon, che in carriera "qualcosina" l'ha vinta, lo sa bene: se i risultati sono questi, il suo ritorno tra i pali può attendere...

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