Il campo di patate, la coperta corta e 9 giorni da vivere non da spettatori attenti ma da protagonisti

23.08.2022 00:00 di  Vito Aulenti  Twitter:    vedi letture
Il campo di patate, la coperta corta e 9 giorni da vivere non da spettatori attenti ma da protagonisti
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Il primo editoriale della settimana inizia con una considerazione: un campionato come quello di Serie B, con un appeal sempre maggiore a livello mondiale e indicato con orgoglio dagli addetti ai lavori come una sorta di A2, non può permettere che lo spettacolo venga rovinato da campi come quello su cui, loro malgrado, sono state costrette a giocare sabato sera Perugia e Parma. Sono sicuro che nemmeno ai ragazzi di Castori abbia fatto piacere affrontare i ducali su un terreno di gioco così pesante, anche se è chiaro che in un tale contesto, il gap tra le due squadre risultasse quasi azzerato.  A questo proposito, pur sapendo che è sempre troppo facile parlare col senno di poi, non vi nascondo che io, al posto di Pecchia, avendo constatato lo stato pietoso del Curi durante il consueto "sopralluogo pre-partita", avrei cambiato strategia in extremis, affidandomi ad un centrocampo più muscolare con Juric dal 1' e, perché no, magari anche al doppio centravanti, per un calcio di certo meno bello esteticamente ma probabilmente più efficace in una cornice così tragicomica. Perché dai, il calcio è davvero un altro sport rispetto a quello visto (ahinoi) due sere fa. E mi auguro di cuore, anche per gli amici umbri, che nessuno debba più giocare/assistere a un match così.

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Provando a parlare prettamente di calcio, non posso non rimarcare come - eccezion fatta per la gara di Salerno - l'allenatore gialloblù stia facendo fatica a cambiare il corso delle partite con le sostituzioni. E non è assolutamente un caso se, sia col Bari che col Perugia, nonostante il perdurare del risultato di parità, abbia preferito sostituire un centravanti (Inglese) con un centrocampista (Sohm/Juric). L'ex Cremonese ha spiegato come, attraverso queste mosse, abbia voluto dare più qualità davanti, ma l'impressione è che l'aver "ignorato" (almeno inizialmente) Tutino e Benek, non sia stato solo per motivi tattici. Evidentemente i due non sono ancora al top della condizione o, peggio ancora, non sono considerati all'altezza dal mister. E allora, a costo di sembrare ripetitivo, ribadisco quello che è il mio pensiero: a questa squadra manca ancora un centravanti da 15-20 gol a stagione. E non me ne voglia Inglese, che sta dimostrando di impegnarsi come pochi, ma che purtroppo, ad oggi, mi sembra ancora troppo poco incisivo. Senza dimenticare che a Pecchia servono ancora 1-2 esterni offensivi (se togli uno tra Man e Mihaila, e ci metti uno tra Bonny e Camara, francamente, episodio di Salerno a parte, perdi parecchio in termini di qualità) e forse anche un centrocampista (considerando la probabile partenza di Schiattarella e le due tribune di fila per Buayi-Kiala). Mi auguro quindi che negli ultimi 9 giorni di mercato, il Parma non sia solo "vigile", tanto per usare un'espressione assai cara ai vari direttori sportivi, ma che si adoperi concretamente per rendere ancora più competitiva la rosa. Perché se è vero che Ansaldi è ottimo colpo che va a colmare la lacuna sulla sinistra, è altrettanto vero che si vuole realmente puntare con decisione ai primi due posti, bisogna ancora fare qualcosa: la coperta, soprattutto davanti, rimane decisamente troppo corta. 

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