C'era una volta il Parma dei grandi attaccanti, ora c'è quello dei rimpianti. Tanto possesso, pochi risultati: urgono più praticità e qualche rinforzo dal mercato

20.12.2022 00:00 di  Vito Aulenti  Twitter:    vedi letture
C'era una volta il Parma dei grandi attaccanti, ora c'è quello dei rimpianti. Tanto possesso, pochi risultati: urgono più praticità e qualche rinforzo dal mercato
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Per diversi anni, Parma è stata terra assai fertile per gli attaccanti. Basti pensare ai vari Melli, Zola, Asprilla, Crespo, Chiesa, Di Vaio, Mutu, Adriano e Gilardino: tutte punte stratosferiche che al Tardini hanno lasciato eccome il segno a suon di gol, assist e giocate da campioni. Da qualche tempo, invece, sembra che ci sia una sorta di maledizione che colpisce il reparto offensivo crociato: tante volte è il club a sbagliare le scelte; in altri casi - vuoi per un motivo, vuoi per l'altro - sono invece i giocatori stessi a deludere le aspettative. E chi ne paga le conseguenze sono la squadra e i tifosi, questi ultimi costretti da ormai tre stagioni a mandar giù risultati alquanto deludenti.

Per onestà intellettuale, bisogna sottolineare come quest'anno le cose non stiano andando proprio malissimo. Il gruppo è più coeso, c'è maggiore organizzazione, e la squadra riesce quasi sempre a tenere in mano il pallino del gioco per gran parte del match. C'è però un problema grosso come una casa e che incide inevitabilmente sulla classifica del Parma: si fa una fatica pazzesca nella fase realizzativa, che poi, in soldoni, è quella che permette di portare o meno a casa punti. E così succede che, malgrado una percentuale importante di possesso palla, una serie infinita di calci d'angolo a favore e un numero consistente di situazioni da gol create, i ragazzi di Pecchia escano spesso dal campo con un pugno di mosche. Un peccato madornale, anche perché, a memoria, non ricordo formazioni che in questi quattro mesi abbiano realmente messo sotto Vazquez e compagni. Non lo ha fatto nemmeno la SPAL ieri, eppure anche stavolta gli avversari sono riusciti a fare bottino pieno calciando in porta sì e no in un paio di circostanze. Come se ne esce, dunque? Innanzitutto bisognerà lavorare sulla testa dei giocatori, che spesso cercano la giocata ad effetto, dimenticando che il calcio è più semplice di quanto si possa credere, e che spesso bastano più coraggio nelle conclusioni e maggiore verticalità per riuscire ad incidere in area avversaria. E poi c'è un altro possibile rimedio chiamato calciomercato: stavolta mi auguro che la dirigenza non continui mettere la polvere sotto il tappeto ignorando il problema attacco, e che finalmente provveda ad acquistare un centravanti degno di questo nome e almeno uno-due esterni offensivi che si sposino con il credo calcistico di mister Pecchia.