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Parma FC: per la valutazione di 20 milioni sono servite anche le pagelle del Fantacalcio

di Michele Bugari

La messa in vendita del Parma Calcio con base d’asta fissata, almeno inizialmente, a 20 milioni di euro è notizia di qualche giorno fa. Per capire come si è giunti a quella cifra, che include i diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori professionisti e del settore giovanile, il marchio “Parma F.C.” e il suo sfruttamento commerciale, i contratti e i crediti della società, l’archivio audio e video, i trofei e le attrezzature (sono esclusi dalla transazione invece il titolo sportivo FIGC, i crediti antecedenti alla data della vendita della società e i debiti del Parma F.C. maturati fino alla data dell’acquisto, ad eccezione del debito sportivo, che invece toccherà all’eventuale nuovo proprietario insieme al club crociato), è possibile però da ieri consultare la relazione redatta dai commercialisti Fabio Buttignon e Roberto Marrani pubblicata da il Fatto Quotidiano e su cui si basa la valutazione tra i 20 e i 25 milioni di euro, arrotondata per difetto a 20 dal giudice come base d’asta.

È interessante così andare a leggere come sono state valutate le singole componenti della società del Parma. Per i giocatori sono stati considerati per esempio sei parametri che, oltre a tenere conto dell’età – specie dai 32 anni in sù –, del ruolo, della durata residua del contratto, del numero di presenze, del giudizio della direzione tecnica, hanno tenuto conto anche del rendimento in base alle votazioni espresse da giornali sportivi come la Gazzetta dello Sport, le stesse fra l’altro su cui si basa il Fantacalcio, com è possibile leggere nel documento dei due revisori legali nominati dal tribunale: “Il rendimento è stato ottenuto mediando i punteggi delle pagelle pubblicate sui principali quotidiani sportivi e il punteggio tecnico delle valutazioni “fantacalcio” che integra alla prestazione sportiva già sintetizzata nella pagella dei quotidiani altre variabili di giudizio del calciatore enfatizzando gesti sportivi e comportamentali”. Sono stati considerati nel conto poi anche i salari percepiti dai calciatori, così come le valutazioni sul settore giovanile, che oscillano tra i 4,7 e i 6,2 milioni di euro, e pure la stessa storia del Parma.

I trofei conquistati dalla società – le tre Coppe Italia, le due Coppe UEFA, la Coppa delle Coppe, la Supercoppa Europea e quella Italiana – valgono ad esempio circa 100mila euro, mentre il marchio, che quando arrivò Ghirardi nel 2007 valeva intorno agli 11,8 milioni di euro, arrivando nel 2013 fino a 31, è sceso oggi a un valore tra 1,5 e 2,5 milioni di euro. 300mila euro invece il valore assegnato alle attrezzature sportive, mentre a contribuire al valore di 20 milioni ha contribuito anche la presenza sui social network con l’analisi delle pagine Twitter e Facebook ufficiali, con tanto di followers e like. Il 6 maggio sapremo se c’è già qualcuno per cui tutto questo può valere davvero 20 milioni di euro.


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