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La COVISOC di Parma si chiama Marco Ferrari

di Simone Lorini

La Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, nota con l'acronimo Covisoc, è (sarebbe) l'organismo di controllo in grado di garantire la solidità del calcio in Italia ma i fallimenti a grappolo degli ultimi cinque anni dimostrano che i suoi uffici romani sarebbero meglio utilizzati come magazzino o per qualsiasi altra cosa. Completamente svuotata di ogni potere e senso, la Commissione è rimasta immobile, impotente, a guardare il Parma che precipitava in Serie D, seguito da Bari e Cesena l'anno scorso. In casa nostra è piuttosto difficile che la cosa si ripeta, grazie un organismo di controllo meno formale ma molto più efficace, che è il sistema inventato da Marco Ferrari (ancora una volta, forse involontariamente, il grande protagonista della conferenza stampa di ieri) per vigilare sulla salute del club calcistico della sua città e del nostro cuore. 

Detto in due parole, il sistema di azionariato diffuso ma anche e soprattutto la presenza di "Nuovo Inizio" all'interno dell'azionariato del club, permette agli imprenditori della rinascita di affidare la maggioranza al cosìddetto "socio forte" ma di mantenere un certo controllo su quanto il patron sta facendo nel Parma, col Parma, per il Parma. Un meccanismo che, purtroppo, è stato messo subito alla prova dall'insolvenza di Jiang Lizhang, non certo per le scarse capacità economiche di Desports, quanto per lo stop agli investimenti comandato dalla Cina, che ha costretto i soci parmigiani a intervenire e "riportare a casa" il controllo del club, che peraltro hanno foraggiato in questi mesi di difficoltà economiche derivanti dal blocco cinese. Una struttura di garanzia a cui mi sento di dire grazie personalmente, per averci evitato un nuovo tracollo dopo tre anni e mezzo di faticosissima risalita e che potrebbe/dovrebbe essere preso a modello da tanti club a livello mondiale per quello che ha saputo dimostrare in questi mesi. L'ex vicepresidente crociato ha negato pubblicamente di essere alla caccia di nuove cariche all'interno del club, ma il ruolo di protettore del Parma Calcio 1913, quello non può levarglielo nessuno. 


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