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D'Aversa: "Kulusevski mi ha impressionato a Parma sin dal primo allenamento"

di Giuseppe Emanuele Frisone

Intervenuto in esclusiva ai microfoni di SpazioJ.it, l'ex allenatore del Parma Roberto D'Aversa ha parlato diffusamente di Dejan Kulusevski, da lui allenato in maglia crociata. Queste le sue parole in merito: "Dejan mi ha impressionato sin dal primo allenamento. Nonostante la giovane età, ha dimostrato capacità fisiche e tecniche davvero impressionanti. E' un ragazzo molto attento ai minimi particolari, ha grande personalità e salta l'uomo facilmente. In prospettiva può diventare devastante. L'anno scorso ha avuto un calo solo nella settimana in cui è andato a fare le visite mediche per la Juventus, ma è normale, in quel periodo parlavano tutti di lui e nonostante questo è sempre sceso in campo e non si è mai tirato indietro. Ha le potenzialità per giocare ovunque. Quando era con me ha ricoperto diverse zone del campo: da esterno di destra rientrava spesso dentro il campo per concludere o fare assist, molte partite le ha giocate da trequartista dietro le due punte perché mettevo lo a marcare il loro play e poteva sovrastare gli avversari con il suo dinamismo in mezzo al campo ed infine l’ho usato anche da quinto di centrocampo facendogli fare tutta la fascia. Poi ogni giocatore deve fare le proprie valutazioni, se in questo momento Pirlo pensa di farlo giocare a sinistra avrà i suoi motivi. Nello spogliatoio? Dejan è un ragazzo silenzioso, ma che in campo dimostrava tanta personalità. A volte non c’è bisogno di parlare per essere dei leader, basta l’atteggiamento ed il fatto che volesse sempre il pallone dimostra tanto. Le sfide con il Parma contro la Juventus? A livello di prestazioni abbiamo giocato sempre bene, ma è un peccato perché a livello di punti siamo riusciti solo a pareggiare a Torino con quel gol di Gervinho in pieno recupero ed è stata una gran bella sensazione. La forza della Juventus è sempre stata che è capace di saper portare a casa il risultato col minimo sforzo. Ho preparato le sfide con Sarri ed Allegri in maniera diversa: Max lasciava più libertà ai suoi giocatori e adottavo una marcatura a uomo, mentre Maurizio prediligeva più l’aspetto di fraseggio col possesso palla, come aveva fatto a Napoli. Ovviamente poi tutta la tattica che utilizzavo dipendeva da partita a partita, dalla forma dei giocatori e da molti altri fattori".


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