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Brescia, Cellino: "In B almeno dieci presidenti possono spendere più di me. La A non è un nostro obiettivo"

di Alessandro Tedeschi

Attesa al massimo tra 10 giorni la sentenza del giudice del Riesame di Brescia circa la richiesta relativa al maxisequestro di 59 milioni di euro (beni mobili e immobili) di proprietà di Massimo Cellino, presidente del Brescia accusato di reati fiscali. Dopo l'udienza di ieri, come si legge su Tuttosport, il numero uno delle Rondinelle si è così espresso: "Sono una persona onesta e sono qui per dimostrarlo. Non penso ci sia un accanimento verso di me, ma non ho fatto ciò che mi attribuiscono. Sono richieste pazzesche mentre ero in aula e sentivo certe cose mi sembrava che stessero parlando di un’altra persona, non di me. Avrei fatto comunque questa squadra perché è l’unica che posso permettermi. Nel prossimo campionato di B ci sono almeno dieci presidenti che possono spendere più di me. Io sono comunque una persona ricca perché non devo soldi a nessuno e così anche il Brescia Calcio, che ha i conti a posto. Se in tribunale le cose dovessero andare male? Arriverà un amministratore più bravo di me e vorrà dire che me ne andrò in vacanza (dice sorridendo, ndr), ma sono convinto che non succederà. Cistana? Non abbiamo necessità di venderlo, ci faccia vedere quanto è forte e ci porti in Serie A. La A non è comunque un nostro obiettivo, dobbiamo prima di tutto salvarci. Per fortuna che è arrivato Pep Clotet, brava persona e ottimo allenatore. Perché non era rimasto? Aveva paura di deludermi e temeva che se avesse fallito avrebbe rotto la nostra amicizia".

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