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Avv. Capello: "Richieste pene pesanti per Calaiò e il Parma, rara quella in subordine"

di Nico D'Agostino

Intervenuto negli studi di Sky Sport 24, l'avvocato esperto di diritto sportivo Pierfilippo Capello ha espresso il suo parere sul caso Sms pre Spezia-Parma che è valso la richiesta di penalizzazione della società crociata per responsabilità oggettiva a causa dei messaggi di Emanuele Calaiò, per il quale sono stati chiesti quattro anni di squalifica. Ecco il suo parere: "La giustizia sportiva non distingue tra illecito e tentato illecito, può sembrare che si sia montato un problema troppo grosso, ma tutto ciò fa pensare che una società come lo Spezia abbia educato i propri tesserati a segnalare qualunque azione che possa sembrare sospetta per non cadere nell'omessa denuncia, come accaduto a molti in passato. L'aggressività manifestata dalla Procura fa sì che il sistema calcio stia creando degli anticorpi e quindi può essere positiva, ma questa è l'accusa. Accusa che ora deve provare che quelli di Calaiò siano stati sms atti a creare un illecito. Nella giustizia ordinaria basterebbe che Calaiò e il parma dicessero che non è vero niente per smontare tutto. Qui invece è la Procura che deve convincere il Tribunale che il senso di quell'sms è un tentativo di alterare il risultato della partita, qui si giocherà tutto".

La condotta di Calaiò?
"Calaiò non è un giovane inesperto, alla sua età e con la sua esperienza forse avrebbe dovuto essere più cauto".

Come valuti le richieste a danno della società?
"Caso molto raro di richieste in subordine. Il -2 nella stagione scorsa comporterebbe una conseguenza grave come la perdita della categoria, invece inserendo il -6 nella prossima stagione, la pena è più afflittiva ma la categoria conquistata sul campo viene mantenuta".

Per una responsabilità singola o oggettiva è raro perdere una categoria ed anche un -6 sarebbe molto afflittivo.
"Si, poi bisogna considerare che questo è il primo grado, normalmente nelle Corti d'Appello i giudici diminuiscono il quantum della pena e, sono d'accordo, che le richieste sono molto pesanti, ma il messaggio della Procura è severo e chiaro: non stiamo scherzando".


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