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Gazzetta dello Sport - Cardiologo Carù: "Biabiany potrà tornare a giocare solo se sparirà il problema"

di Riccardo Zucchi

La Gazzetta dello Sport in edicola oggi ha contattato il cardiologo Bruno Carù, che in passato si è trovato di fronte a casi di sportivi come i calciatori Kanu e Fadiga e il cestista Fucka, per cercare di spiegare il caso Biabiany:

Cosa si intende di preciso con «aritmia cardiaca»?
"Parliamo di un grosso contenitore, l’aritmia è la conseguenza di fenomeni che provocano l’interruzione del ritmo regolare del battito, dunque un’aritmia è diversa dall’altra. Ai miei studenti dico: “L’aritmia è come la tosse”, è un sintomo che può essere dovuto a tante cose diverse".

Nel caso di Biabiany cosa può aver originato il problema?
"Parlo a titolo personale e sulla base di ipotesi: l’aritmia può essere la conseguenza di un processo patologico iniziato mesi fa, magari una miocardite, derivata a sua volta da una semplice febbre. L’aritmia può nascere, come in questo caso, da un momento all’altro: possibile dunque che in passato non sia mai stata riscontrata".

Quali rischi corre un atleta a cui è stata diagnosticata la patologia?
"La pratica sportiva non è compatibile con l’aritmia cardiaca: lo sforzo fisico esalta la formazione di battiti anormali, e l’attività di pompa del cuore può alla fine risultare compromessa. Ovvio che il rischio si riduce facendo lavori meno faticosi".

È possibile il ritorno all’attività agonistica del giocatore? In che tempi?
"La speranza di rivedere Biabiany in campo c’è. Ma l’aritmia va fatta sparire con una cura specifica: i farmaci possono ridurre l’eccitabilità del cuore ma prima bisogna testarne l’efficacia sul soggetto".


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