.

Torna a parlare Rezart Taçi: "Io e il Parma: ecco la mia verità"

di Vito Aulenti

In una lunga intervista concessa a LodiFanfulla.tv, l'imprenditore albanese Rezart Taçi è tornato a parlare del Parma, raccontando la sua verità su quanto accadde a cavallo tra il 2014 e il 2015: "L'idea fu di un professionista, di un legale italiano. Io ho preso la documentazione, ho valutato e ho detto sì all'iniziativa. E' stato dunque sottoscritto l'acquisto di questa società, ma a certe condizioni: quella principale è che la società non avesse più di 78 milioni di euro di debiti. E invece, dopo due settimane di gestione, abbiamo scoperto che i debiti erano 214 milioni, più altri 50 che si aggiungevano nei successivi 3-4 mesi di attività. Il Parma, allora, era ultimo in classifica, con 265 milioni di debiti, con altri problemi legali e con un centinaio di giocatori nel registro della società". 

Perché scelse Kodra come presidente?
"Perché è un valido collaboratore che conosco, ed è un appassionato di calcio".

E' vero che all'inizio firmaste un contratto da 10 milioni e il presidente sarebbe dovuto essere Doca, ma poi la valigetta sparì e tutto finì con 5 milioni e Kodra presidente?
"No, ciò che ha detto non corrisponde al vero".

Come ha deciso di cedere il club a Manenti?
"Decisi di cedere perché capimmo che non c'erano i presupposti per poter continuare in questa società. L'unica possibilità era quella di denunciare la vecchia proprietà e portare i libri nelle istituzioni appropriate, ma decidemmo di non fare male alla vecchia proprietà. Abbiamo scelto la strada più semplice, quella di cedere di nuovo il club".

L'ex patron crociato Ghirardi continua a dire che è lei la causa del fallimento del Parma. Che cosa si sente di rispondergli?
"Mah, io non saprei come, con una gestione di due settimane, si possano accumulare 260 milioni di debiti e 100 giocatori a libro paga...".

Provò davvero a prendere il Bologna o è una bufala?
"Non è una bufala, è stata un'iniziativa seria propostami da amici italiani. Anche lì l'imprenditore non è stato corretto nel dare le informazioni: i debiti erano tre volte tanto quelli dichiarati dall'imprenditore".


Altre notizie
PUBBLICITÀ