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Siligardi: "Serie B? Niente calcoli. Ancora non so perché non sono andato in Giappone"

di Sebastian Donzella

Dal "Tardini" al Giappone e ritorno, il tutto solo nelle fantasie di mercato. Luca Siligardi, attaccante crociato, dagli studi di TV Parma, ha commentato lo straordinario momento dei gialloblù che sta vivendo in prima persona avendo deciso di non spostarsi in Oriente nonostante una prima parte di stagione non trascendentale: "Il mio inizio è stato duro e difficile. Nelle ultime giornate penso di esser tornato alla forma fisica migliore, ho ritrovato la fiducia che prima mancava un po'. Mi sento bene, sto migliorando, voglio continuare così per cercare di fare ancora meglio".

Da ex Verona, come si fa a vincere la Serie B?
"Partimmo bene all'inizio, poi un calo a febbraio-marzo ma il gruppo si ricompattò e riuscimmo a raggiungere l'obiettivo prefissato. Bisogna rimanere uniti, cercando di sfruttare tutte le occasioni, pensando partita per partita e senza far calcoli. Le tabelle non servono".

A gennaio dovevi andare in Giappone. Poi cos'è successo?
"Mi era stata offerta questa opportunità, avevo preso qualche giorno per rifletterci visto che sarebbe stato un cambiamento importante anche per la mia famiglia. Poi non è andata a buon fine e non so nemmeno io molto bene i motivi. Era un'esperienza che avrei fatto a livello umano: c'erano tante cose che mi stuzzicavano, vivere in un altro paese, imparare una nuova lingua. All'estero mi piacerebbe andarci a giocare prima o poi".

Poche interviste e molta tranquillità: che carattere ha Siligardi?
"Quando ero più giovane ero più fumantino. Pian piano ho capito che bisogna essere professionisti a prescindere dalle situazioni. Se sto facendo bene in questo periodo è perché non ho mai mollato, cercando di sfruttare al massimo le occasioni che mi sono state concesse".

Come è cambiato il gioco del Parma con il tuo inserimento?
"Non ci sono stati grandi cambiamenti, prima di me c'era Insigne che comunque è molto simile a me. Entrambi facciam lo stesso lavoro. Ultimamente stiamo facendo meglio anche nella parte realizzativa grazie al lavoro quotidiano che facciamo".

Secondo posto: missione possibile?
"Non farei calcoli, siam lì e pensiamoci volta per volta. Vediamo cosa succede alla fine".

Ti sei sentito schiacciato dalle aspettative?
"No, son consapevole dei mezzi che ho. Purtroppo ci sono tante altre situazioni che vanno considerate come problemi fisici o magari un giocatore che sta meglio di te. L'importante è continuare ad allenarsi per cogliere le opportunità che vengono date. Prima mi dispiaceva esser criticato visto che non giocavo al massimo per i problemi fisici e leggere certe cose mi ha fatto male. E vorrei prendermi una rivincita, sperando che a fine campionato la gente di Parma si ricreda un po'. So che posso migliorare ancora e spero di farlo il prima possibile. Al momento mi sento importante per il Parma e la cosa mi dà forza".

Cosa è cambiato in questo ultimo periodo?
"Dopo Empoli abbiam toccato il fondo, dovevamo per forza reagire, dare un segnale perché siamo il Parma e dobbiam dire la nostra. Dovevamo raggiungere l'obiettivo prefissato dei playoff, perdere male ad Empoli non ci stava. Così abbiamo resettato tutto ed è cominciato un nuovo campionato".

Poco tempo fa erano in discussione i playoff, adesso si parla di promozione diretta.
"Questo è il calcio, specialmente in B: facendo due risultati sei nei playoff, sbagliando due match sei fuori. Per questo, ripeto, è inutile far calcoli".

Quanto conta per voi il sostegno dei tifosi?
"Tanto, ci spingono e ti danno la carica per arrivare avanti soprattutto nella parte finale quando le energie iniziano a mancare e devi dare tutto".

In stagione qualche partita sembra esser stata giocata con sufficienza da tutta la squadra.
"Può essere una sensazione, noi entriamo in campo sempre per vincere. Ci spiace se abbiamo dato questa sensazione ma non è così, cerchiamo di dare sempre il 100%".


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