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D'Aversa: "Il rigore di Petagna mi fa ancora innervosire. Ma ora ripartiamo"

di Sebastian Donzella

Il tecnico crociato Roberto D'Aversa, ai microfoni di Rai Sport, ha analizzato la forma fisica dei gialloblù opo la ripresa degli allenamenti delle squadre di Serie A: "Pensavo peggio, il periodo di inattività è stato lungo e a differenza di quello estivo c'è stata chiusura in casa totale, seppur seguiti i calciatori non hanno potuto neanche fare una corsetta o giocare a tennis. Dai test mi aspettavo peggio, ma bisogna ragionare bene perché il rischio infortunio è elevato dopo questo periodo". 

Psicologicamente quanto ha pesato la situazione sulla sua squadra?
"Credo che tutto segue l'andamento della vita normale, siamo passati ad un momento in cui fosse poco e nulla, all'incertezza delle prime tre settimane, fino alla situazione drammatica del Nord Italia. Ora ripartire è la cosa più bella, i numeri dicono che il virus è più debole, ma dal punto di vista mentale è più semplice ora". 

Rivedendo le immagini dell'8 marzo, di quel Parma-SPAL, a cosa ripensa?
"Il rigore di Petagna mi fa ancora innervosire, anche se è passato tanto tempo. L'errore più grande sarebbe ripartire e fermarsi per il ritorno del virus. Mi auguro di no ovviamente ma qualche caso potrebbe saltar fuori e si tradurrebbe in non terminare il campionato".

Si potrebbe ripartire da Torino-Parma, dalla disputa dei quattro recuperi: 
"Sono d'accordo, permetterebbe la cristallizzazione della classifica: da parte nostra avremmo la possibilità di andare a Torino o a Genova a seconda delle scelte. Per noi sarebbe bello lavorare su cose certe, quello che è successo prima dell'interruzione del campionato è indecente, non sapevamo nulla su dove saremmo andati a giocare per tre settimane e mi auguro si possa ripartire migliorando. Tutto quello che è successo ci deve aiutare a migliorare, l'organizzazione non dipende dalle struttura, in riferimento alla Bundesliga". 

In Bundesliga hanno deciso in tempi molto più rapidi: 
"C'è stata unità di intenti, i club più ricchi hanno aiutato quelle meno e chi doveva decidere lo ha fatto, punto e basta. In Italia ascoltiamo troppe campane". 

Lei sarebbe per la ripartenza del calcio?
"Con tutti i monitoraggi che abbiamo c'è una buona base per ripartire, ci deve essere convivenza con il virus, non ha senso aspettare che il CoViD sparisca del tutto. I tamponi servono proprio per capire chi può continuare ad allenarsi e chi deve essere isolato. Noi, pur non essendo in ritiro, dobbiamo fare una vita regolare per non mettere in pericolo nessuno e non sprecare i sacrifici economici visto che facciamo tamponi ogni quattro giorni".

Slot orari: i calciatori sono contrari a giocare nel pomeriggio in estate, da allenatore cosa dice?
"Noi ci alleniamo la mattina presto, vi posso garantire che già ora fa molto caldo e mettere i ragazzi in difficoltà anche dal punto di vista degli orari e farli giocare con un caldo atroce, non è proprio il caso. Ricordo un anno in cui ho giocato per lo più la sera, a Terni, lo spettacolo sicuramente ne giovava".  

Visto l'attuale livello dell'allenamento delle squadre, che ripresa si attende il 20 giugno?
"Come lo stiamo vedendo nel campionato tedesco, l'intensità non è la stessa. Ho visto diverse partite, anche il Klassiker, l'assenza di pubblico non aiuta e anche l'infortunio di Haaaland fa pensare visto che è un ragazzo giovane". 

Che tipo di preparazione avete fatto in vista della ripresa?
"Generica, si lavora su noi stessi e non sull'avversario. Una volta saputo il calendario, il lavoro sarà proiettato verso la squadra che andremo ad affrontare. Le parole sulla ripresa? La scelta fatta è importante per tutto il movimento".


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