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PL - Paci: "Questo Parma vale più della salvezza. Europa, perché no?"

di Sebastian Donzella
Massimo Paci al Parma

Cinque anni e più di 150 gare in gialloblù, con una dolorosa retrocessione e una rapidissima promozione. Massimo Paci, uno che Parma ce l'ha nel cuore, è il protagonista di questa nostra intervista nel primo dell'anno a ParmaLive.com.

Il 2019 si apre con i ducali in Serie A.
"Nelle ultime tre stagioni e mezza è stata scritta la storia moderna del Parma calcio. Fortunato chi ne ha fatto e ne fa tuttora parte. Credo sia stato qualcosa di storico non solo per il popolo gialloblù ma per tutto il calcio, i crociati hanno scritto una bellissima pagina di sport. A livello personale sono molto felice di vedere il Parma festeggiare il Capodanno in A: ho bellissimi ricordi della piazza, lì ho vissuto uno dei migliori periodi della mia carriera".

Da neopromosso, il tuo Parma chiuse all'ottavo posto, a tre punti dall'Europa.
"Il calcio è bello perché non sai mai cosa accadrà, fare pronostici è difficilissimo. Però perché no? Quell'anno lì perdemmo molti punti a gennaio e febbraio dopo aver girato addirittura quarti in classifica al girone d'andata. Questo Parma può ambire anche a qualcosa di più della salvezza: è vero che è una neopromossa però penso che possa fare anche qualcosa di più. Ha una società importante, un diesse altrettanto importante, un mister capace e giocatori bravi".

A proposito di mister, come giudichi il tormentone "D'Aversa catenacciaro"?
"È un allenatore a cui piace difendere basso e attaccare gli spazi, sono filosofie. Non c'è un metodo giusto per giocare a calcio e uno sbagliato. Ognuno ha la sua visione. Non c'è un calcio vincente, essere attendisti non è una colpa soprattutto se valorizzi al massimo i giocatori che hai in rosa. Ho avuto la fortuna di giocarci insieme per due anni a Terni: da calciatore mi ricordo la sua grande personalità, un grande carattere, la leadership nello spogliatoio. Mi ha sempre colpito il suo essere impavido di fronte alle situazioni difficili. Quindi il suo giocare un po' più coperti non è assolutamente sintomo di paura. E poi, con questi risultati, difficile criticarlo".

L'uomo simbolo di questo Parma?
"Gervinho, quando è in forma fa semplicemente la differenza, aiutato anche dal modulo di gioco. I crociati hanno un modo di ripartire molto efficace e l'ivoriano su tutti ne è l'interprete migliore". 

Da difensore che ha indossato la fascia di capitano, cosa pensi della staffetta Lucarelli-Bruno Alves?
"Il portoghese sta facendo benissimo ma non lo scopriamo certo ora. Mi spiace per Alessandro perché penso che ri-esordire in A sarebbe stata una ciliegina sulla torta. Onestamente mi aspettavo che continuasse a giocare anche se, sinceramente, non aveva bisogno di dimostrare più nulla dopo l'incredibile scalata dalla D alla A. Per questo credo che sarà sicuramente felice nella sua nuova veste di dirigente".

Quando potremo vedere Paci al "Tardini"?
"Sto allenando in Serie D, non è facile far coincidere i weekend. Però se ne capiterà l'occasione sicuramente verrò a vedere una gara".

Com'è il Paci allenatore?
"Come il Paci giocatore: un ragazzo che vuol migliorare giorno dopo giorno e che nelle difficoltà riesce ad emergere. La mia storia da calciatore racconta questo: il contratto con la Juventus, l'ospedale, la ripartenza dalla serie C e poi il tanto voluto ritorno in A. Intanto studio di continuo, cerco di aggiornarmi e approfondire, curare il particolare. Sicuramente è un mestiere molto più difficile rispetto a quello del calciatore".

Chiudiamo con un augurio ai tifosi gialloblù.
"Auguro di cuore a tutta la splendida gente di Parma, che porterò sempre con me, di vedere i loro colori sempre più in alto. Magari in Europa, perché no?".


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