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PL - Guazzo: "Se non ci fosse stata la vecchia gestione, ora sarei ancora a Parma. Ecco la mia verità"

di Vito Aulenti

Intervistato in esclusiva da ParmaLive.com, l'attaccante del Mantova Matteo Guazzo ha parlato della sua esperienza al Parma, squadra tra le cui fila - in un anno e mezzo - ha collezionato 32 presenze e 5 reti. Prima, però, non poteva ovviamente mancare un accenno alla sfida di domenica prossima contro il suo passato: "Il Parma è una squadra che conosco benissimo, sicuramente sarà una bella gara. Anche noi veniamo da un momento positivo: ce la giocheremo a viso aperto, come è giusto che sia".

Da quando sei a Mantova sembri rinato:
"Se uno non gioca, è un po' difficile che riesca a dimostrare il suo valore... Io sono venuto qua con l'ambizione di giocare e far bene, sto cercando di togliermi le mie soddisfazioni. Sto tornando a fare quello che ho sempre fatto: giocare e segnare. Purtroppo nella parentesi Parma non è accaduto questo, e mi dispiace molto non essere riuscito a dimostrare il mio valore. E' un rammarico che ho e che mi porterò dietro. Non sono mai stato un fenomeno, ma non sono nemmeno scarso. Ora sto crescendo molto sia a livello fisico che di fiducia, giocare con continuità mi aiuta a tirare fuori il meglio di me".

Esulterai in caso di gol?
"L'importante per me è il Mantova, vogliamo fare punti per conquistare la salvezza. Io non ho mai avuto niente contro i tifosi del Parma, anzi, col Forlì ero allo stadio per tifare assieme a loro, perché Parma mi è rimasta dentro: sarò uno dei primi tifosi della squadra ducale. Non mi sono mai posto il problema dell'esultanza, queste sono sciocchezze. Penso solo a far bene. Io ora sono un giocatore del Mantova ed è giusto che rispetti anche i tifosi del Mantova".

Sarà un po' strano per te essere marcato da Lucarelli:
"Sì, con Ale ho un rapporto che va al di là del calcio. Scherzando, una volta gli ho detto: 'Un giorno giocheremo contro e ti farò impazzire'. Ci prendevamo un po' in giro. Sarà una partita particolare, perché ho un rapporto importante anche con gli altri miei ex compagni, con cui ho condiviso un anno e mezzo bellissimo. Ci sentiamo tutt'ora e ci frequentiamo, però, chiaramente, in campo ognuno deve pensare ai propri obiettivi e alla propria squadra".

Rivelerai ai tuoi attuali compagni qualche segreto del Parma di D'Aversa?
"Ma no, ormai non c'è bisogno che riferisca come gioca il Parma. Il Mantova sa benissimo come giocano i crociati, così come il Parma sa sicuramente come gioca il Mantova. Loro hanno giocatori importanti, di spessore, nonché un grandissimo allenatore, che stimo tantissimo: sarà difficile per noi, perché D'Aversa prepara molto bene le partite. L'unica cosa che posso dire al mio attuale allenatore è che troveremo una squadra ben messa in campo".

Qual è il tuo ricordo più bello di Parma?
"Sicuramente il gol-promozione. E' stata l'emozione più bella, anche perché è l'ultima volta che mio padre mi ha visto giocare e segnare".

Quello più brutto, invece?
"Tutte le panchine che ho fatto (ride, ndr)".

Fosse per te, saresti rimasto a Parma?
"Io non sono mai voluto andar via da Parma, anzi... Fino all'ultimo minuto della sessione invernale di mercato, ho pregato affinché le cose potessero cambiare e io potessi rimanere, a maggior ragione dopo che Evacuo era andato via. Contavo di restare e fare il vice Calaiò, un grandissimo attaccante che rispetto molto. Avrei voluto dare il mio contributo alla squadra, terminando il mio cammino dove l'avevo cominciato. Purtroppo le cose non sono andate così, ma, ripeto, non sono io che ho fatto questa scelta. Ci tengo a sottolinearlo".

In una recente intervista hai detto che 'qualcuno ti ha messo contro la tifoseria crociata'. A chi ti riferivi?
"Io ho sempre detto che la vecchia gestione, sin dal mio primo giorno a Parma, non mi ha mai messo in condizione di farmi volere bene e di dimostrare il mio valore. Questo è sotto gli occhi di tutti, lo hanno visto tutti. Non nego che, nel primo periodo, ci ho messo del mio con l'espulsione e con un gesto che è stato mal interpretato. Da quel momento, però, io mi sono comportato da vero professionista, rispettando tutte le scelte".

Ci sono stati dei problemi con Apolloni?
"Assolutamente no, l'ho sempre rispettato. E' una bravissima persona, si è sempre comportato bene nei miei confronti. Qualcun altro, però, secondo me, mi ha messo i bastoni tra le ruote".

Cosa intendi quando dici che 'qualcuno ti ha messo i bastoni tra le ruote'?
"Intendo che non è possibile che Guazzo giocava una partita, faceva gol e la settimana dopo non giocava... Questa cosa mi ha fatto male. Ho pagato andando via da Parma proprio per questo motivo. Qualcuno, secondo me, non mi ha messo in ottima luce. A Parma hanno visto giocatori veramente importanti, dei campioni, quindi figuriamoci se pensano a Guazzo... Sono convinto che se ci fosse stata un'altra gestione, io ora sarei ancora a Parma. E magari avrei giocato Mantova-Parma, ma con indosso la maglia crociata".

Di D'Aversa hai sempre parlato benissimo:
"Sì, perché mi ha fatto sentire importante in maniera incredibile. Con la sua stima e la sua fiducia, mi ha fatto tornare ad essere un giocatore".

Pensi che il Parma sia ormai spacciato in chiave promozione diretta?
"Io lunedì ero allo stadio, quando ho un po' di tempo voglio andare a vedere la squadra, anche perché a Parma ho degli amici. Fino ad un mese fa mi giocavo il campionato con loro. Rispetto alle ultime partite non li ho visti benissimo".

Come ti spieghi il calo nella seconda parte della ripresa?
"Secondo me, quando sei lì a rincorrere e vedi che il Venezia le vince tutte e gioca sempre prima di te, perdi un po' di serenità. Si ha un po' la paura di perdere punti. Col Forlì non è stata una bellissima partita, ma purtroppo non si può pensare di vincere tutte le gare. Sono convinto che non le vincerà tutte nemmeno il Venezia, perciò nulla è perso. Chiaramente, però, quando sei a -5 dalla prima e mancano dieci giornate, diventa dura".

@ESCLUSIVA PARMALIVE - RIPRODUZIONE RISERVATA


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