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ESCLUSIVA PL - Brunetta: "Stavo andando all'Atletico Mineiro, poi è arrivato il Parma. Il Covid? Ora sono più forte”

di Niccolò Pasta

Gli sono bastati tredici minuti, nella sua prima gara da titolare, per segnare il suo primo gol in maglia crociata, nella gara di Coppa Italia contro il Cosenza. Gol, che una ventina di minuti più tardi ha bissato, regalando al Parma il passaggio del turno e la qualificazione agli ottavi di finale della Coppa Nazionale. Juan Francisco Brunetta, uno degli otto acquisti della campagna estiva del presidente Krause, ora sogna il primo gol in Serie A, e si racconta in esclusiva ai microfoni ParmaLive.com. L'idolo Riquelme, la passione per il pianoforte, ma anche il difficile impatto con una nuova realtà come quella italiana, con il Covid contratto poco dopo il suo arrivo: Brunetta ci svela qualche retroscena, raccontando di come in estate sia stato ad un passo dall'Atletico Mineiro, poi "rifiutato" dopo la chiamata del Parma, attratto dal calcio italiano. Quel Parma che ora spero di poter prendere per mano, accompagnandolo nel nuovo, ambizioso, progetto iniziato la scorsa estate.

Com’è stato l’impatto con il calcio italiano?
“Ovviamente è stato un cambio enorme per me, non solo a livello calcistico ma più generale. Sono lontano dal mio Paese, sono venuto in una nazione nuova, è tutto nuovo per me. A livello calcistico invece il calcio italiano è molto più intenso, la palla corre molto veloce. I campionati sono diversi, la Serie A non è uguale rispetto al campionato argentino ma anche grazie ai compagni mi sto ambientando”.

Cosa ti ha convinto a scegliere il Parma?
“Per prima cosa, il Parma è un club con grandissima storia, sono passati da qui grandissimi giocatori argentini e inoltre la Serie A è un campionato molto competitivo e che attira le attenzioni. Queste cose mi hanno motivato moltissimo e appena ho avuto la chance di venire non ci ho pensato un attimo e ora sono qui”.

Come nasce la trattativa per portarti in Italia?
“Stavo per andare all’Atletico Mineiro, in Brasile, quando è arrivato il Parma. Da lì ho scelto di venire in Italia per quello che ti ho raccontato, perché la Serie A è un campionato molto competitivo e il Parma è una squadra con grande storia e che mi ha motivato moltissimo a venire. La verità è che sono molto contento della scelta, spero di crescere come giocatore in un campionato così bello”.

Il tuo inizio di stagione non è stato facile, ci hai raccontato di aver anche contratto il Covid: ti va di raccontarci la tua esperienza?
“Sì, non è stato facile all’inizio perché come ti ho detto ero lontano dalla famiglia, ero qui da solo. E in più ho anche contratto il Covid. E’ stato difficile ma mi è servito per essere più forte, per crescere anche a livello mentale e per fortuna ora l’ho superato. E’ stata un’esperienza brutta ma come ti ho detto mi è servita per rinforzarmi, crescere a livello di testa e affrontare le sfide che verranno. Grazie a Dio ho recuperato”.

Contro il Benevento arriverà il tuo primo gol in Serie A?
“Lo spero! Ho segnato in Coppa, in campionato non ho ancora avuto molti minuti e spero che domenica possa avere un po' di spazio in più e segnare il mio primo gol in A. Per conquistare spazio con la squadra devo convincere il mister, e spero che possa succedere domenica”.

Ti senti di più un 7, un 9 o un 10?
“Beh, la posizione in cui mi utilizza il mister è sulla fascia sinistra però nella partita la posizione varia, come è successo contro il Cosenza dove venivo a giocare più dentro al campo, a cercare la palla e a dialogare con i compagni. Il mister mi schiera in quella posizione ma mi dà libertà di movimento e di dialogo con i miei compagni. Mi utilizza sulla sinistra ma con la libertà di muovermi all’interno del campo”.

E ti piace questa posizione?
“Sì sì, mi piace. In Argentina giocavo mezza punta, dietro l’attaccante. Se potessi scegliere giocherei più verso il centro per potere scambiare la palla con i compagni ed essere un punto di riferimento per la squadra. Come detto però il mister mi dà tanta libertà di svariare per essere più nel vivo del gioco e la cosa mi piace”.

Sei giovane ma in Argentina la tua storia è già importante: sei cresciuto nel Boca con il mito di Riquelme, cosa ti ha insegnato?
“Riquelme lo andavo a vedere sempre quando ero nelle giovanili e lui giocava nel Boca. Quella era l’epoca di Riquelme, di Martin Palermo, andavo sempre a vederli al campo e mi piaceva Riquelme per la posizione che interpretava, simile alla mia, lo osservavo tantissimo per poter imparare qualche segreto. E’ stato uno dei giocatori più forti d’America, in Argentina e nel mondo, in quella posizione era uno dei migliori”.

Ti chiamano “El Pianista”, chi ti ha dato questo soprannome?
“Io suono il piano da quando sono piccolo. Quando ci siamo qualificati per le Olimpiadi con l’Argentina, che siamo diventati campioni strappando il pass per i Giochi uno dei miei compagni mi ha chiamato così quando io ho iniziato a suonare il piano nei festeggiamenti. Da quando sono piccolino vado a lezione di piano con un maestro”.

Se dovessi suonare una canzone che potesse rappresentare il Parma quale suoneresti?
“Non mi viene niente di preciso così su due piedi, però sarebbe una melodia di unità, di forza, per i traguardi che la squadra raggiunge. Sarebbe una canzone che rappresenta molto l'unione perché questo gruppo è molto unito e compatto, sarebbe una canzone di questo genere”.

Qual è la tua qualità migliore? E quale la peggiore?
“Quella migliore in generale è che vivo una vita tranquilla, sia nell’alimentazione che nel riposo. Un difetto è che devo ancora imparare tanto, ma allo stesso tempo mi piace lavorare giorno per giorno per migliorare e imparare, anche se potrei essere un po’ più esigente”.

Con chi hai legato di più in questo inizio?
“Ovviamente con Lautaro Valenti, siamo entrambi due ragazzi argentini e abbiamo una relazione a parte. La verità è che siamo un bel gruppo, tante brave persone. Ho un buon rapporto con Gaston Brugman, con Yordan Osorio, Hernani, anche con Bruno Alves mi sono trovato molto bene. In generale sono tutti gentili”.

Che impressione ti ha fatto il mister?
“Il mister è una persona molto intensa, vive il calcio in maniera molto speciale. Il calcio si vive in questa maniera. Proviamo a seguire un percorso, lui ce lo indica e possiamo solo migliorare dopo l’ultima partita che abbiamo vinto in campionato e dopo essere avanzati al turno successivo in Coppa Italia. La squadra ha grande fiducia in lui”.

Un grande ex Parma, argentino come te, Hernan Crespo, ha detto che si aspetta molte buone cose dalla tua avventura qui in Italia: come ti fa sentire?
“Hernan in Argentina sta facendo un grandissimo lavoro, qui in Italia e a Parma ha fatto una carriera eccellente. Mi fa piacere se dice queste cose, soprattutto se le dice lui che è stato un giocatore importante, che ha fatto parte dell’élite del calcio mondiale”.

La storia del Parma ha tanti argentini molto importanti, da Crespo per l’appunto ma anche Almeyda, Veron, Ortega, Sensini: hai parlato con qualcuno di loro?
“No, non ho parlato con loro. Ho amici in comune che ci hanno parlato ma io personalmente non ho avuto il piacere. La verità è che qui da Parma sono passati grandissimi campioni, alcuni che hai nominato, grandissimi giocatori con una storia importante e che hanno rappresentato l’Argentina e spero di seguire il loro cammino”.

C'è una partita in particolare che hai segnato sul calendario? Magari quella contro la Juve di Ronaldo o contro il Milan di Ibrahimovic:
“Sì, queste partite sono speciali perché con Milan, Juventus, ti confronti con i migliori giocatori a livello mondiale, però quando sei in campo non ti importa chi hai contro, cerchi di fare il meglio per la tua squadra. La verità è che quando vai a giocare contro squadre del calibro di Juve e Milan sei contento perché sai che andrai ad affrontare i giocatori migliori del mondo”.

A quale giocatore ruberesti una qualità?
“A me piace molto Paulo Dybala, allo stesso modo anche Joao Felix che gioca nella mia posizione”.

Ti hanno raccontato cos’è il fantacalcio?
“Mi hanno detto qualcosa ma non ho capito bene cosa sia. Anche in Argentina abbiamo un qualcosa di simile ma con una forma diversa, un pochino me lo hanno spiegato”.

Dove può arrivare questo Parma?
“Credo che il Parma sia una squadra molto buona ma dobbiamo vedere che succederà di partita in partita, provando a migliorarci. Le ultime due vittorie ci hanno dato un po’ più di fiducia, proviamo a fare bene di gara in gara per raggiungere una buona posizione”.

Dopo la partita contro il Cosenza hai parlato di Maradona che è scomparso pochi giorni fa: chi è stato Diego per un ragazzo giovane e argentino come te?
“Purtroppo non ho avuto la fortuna di vedere Diego giocare, però sono cresciuto con tutti che mi raccontavano le sue gesta, so cosa ha fatto per questo sport, so quanto è stato grande. Anche se non l’ho mai visto giocare, ci sono generazioni che ne parlano e credo che nessuno potrà dimenticarlo, ha fatto cose che nessuno nel mondo del calcio ha mai fatto. E’ stato grande, avrò sempre un bel ricordo di lui per quello che ha fatto per l’Argentina anche se non l’ho potuto vedere giocare dal vivo”.

Che cosa ne pensi del progetto del Parma fatto di tanti giovani?
“Credo che sia interessante l’idea del club di prendere ragazzi giovani e di abbinarli a giocatori più esperti per farli crescere. Stiamo lavorando, il gruppo è molto buono, i ragazzi più giovani si completano molto bene con quelli più esperti. E' molto importante perché il gruppo è unito, ed è importante per continuare in questo percorso”.

Il presidente Krause cosa ti ha detto la prima volta che ti ha incontrato?
“Ovviamente mi ha dato il benvenuto, mi ha raccontato un po’ del club e della squadra e poco altro. Poi ovviamente ha parlato di più con il mister, ma mi ha dato un caloroso benvenuto”.

Preferisci fare gol o servire un assist?
“Fare un gol, sicuramente (ride, ndr)”.

Ti piace la città? Immagino che non l’avrai potuta vedere molto visto il momento:
“Sì, non sono uscito molto per ciò che sta succedendo ma mi è piaciuta. E’ una bella città, non è molto grande, è molto tranquilla. Vedo che c'è sempre tanto movimento, mi piace”.

Mi ricordo che quando aspettavamo che arrivassi all’hotel c’era un ragazzo argentino con la tua maglietta del Godoy Cruz. Sei riuscito ad incontrarlo?
“No, non ne sapevo niente e mi dispiace. E’ raro che qui in Italia ci sia qualcuno con la maglia del Godoy, mi spiace non averlo incontrato”.

Hai provato la cucina locale?
“Ho un amico in Argentina che è romano e mi ha consigliato di mangiare la carbonara. Della cucina di Parma ho assaggiato il prosciutto e mi è piaciuto molto”.

Ultima domanda, tre cose che ti auguri accadano nel 2021:
“La prima cosa sicuramente che passi questa pandemia, poi spero che la squadra cresca, riuscendo a fare una bella stagione. A livello personale mi auguro di inserirmi bene nel Parma e di fare bene”.

@ESCLUSIVA PARMALIVE - RIPRODUZIONE RISERVATA


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