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ESCLUSIVA PARMALIVE - Giuli (EnergyT.I.): "Risolta la sponsorizzazione, vogliamo uscire dal Parma e ne ho parlato con Taçi"

di Redazione ParmaLive
Fonte: Simone Lorini
Alberto Benaglia

Il Parma è nel caos, societario e non solo. Gli stipendi non si vedono da mesi, la nuova proprietà non si è ancora presentata e i giocatori cominciano ad abbandonare la nave che affonda. Per cercare di capire cosa stia succedendo abbiamo intervistato l'amministratore delegato dell'Energy T.I. Group, secondo azionista del Parma, Roberto Giuli. Nella lunga chiacchierata ai nostri microfoni, il dottor Giuli spiega le sue posizioni circa il cambio di proprietà ripercorrendo anche i passi che hanno portato la sua azienda a investire sul Parma: "Il nostro investimento è iniziato con incontri che si sono svolti nei primi mesi del 2014 tra noi, l'allora presidente Ghirardi e l'ad Leonardi. Decidemmo di investire con una sposorizzazione e poi ci fu chiesto dal presidente Ghirardi di entrare nel capitale del Parma calcio. L'accordo era per una sponsorizzazione di 12 anni di cui 11 da main sponsor: il nostro approccio fu quello di avere una certa visibilità e pensavamo che a livello di immagine e marketing fosse una cosa positiva. Non essendo una sponsorizzazione particolarmente onerosa rispetto a quelli che erano i budget per questo tipo di attività il progetto andò avanti. Poi ci fu chiesto di entrare nell'azionariato ed essendo la classifica incoraggiante e Parma una città riconosciuta per il fair-play del tifo, accettammo. Poi c'era una progetto di investimento collaterale ma gli eventi sono stati quelli che sono e ora sono un po' mutate le strategie nostre, che sono conseguenti alle recenti vicissitudini e devo dire che mio malgrado ne abbiamo appreso solo a cose fatte". 

Confermate la voglia di rimanere al fianco del Parma per dodici anni, come da accordi? 
"Allo stato attuale il contratto di sponsorizzazione è stato risolto: nel contratto era prevista questa facoltà da parte nostra e ce ne siamo avvalsi, anche perché io non conosco la nuova proprietà. Ho incontrato solo una volta il nuovo patron e non ho avuto modo di parlaci circa le sue intenzioni, per cui precauzionalmente ho deciso di risolvere l'accordo. Noi siamo il secondo azionista del Parma, io sono presente nel CdA e speriamo soltanto che la nuova proprietà, come mi è stato detto da chi ha venduto, si impegni in una serie di adempimenti economici. Da parte mia c'è tutto l'attenzione nel ruolo che rivesto e nell'interesse della continuità aziendale della società e in quello delle persone che fanno parte della società".

Cambio di proprietà: Energy non si è mai espressa. 
"Io l'ho appreso a mezzo stampa, nella domenica di Parma-Lazio, quando l'amministratore delegato Leonardi annunciò la vendita del pacchetto azionario del Parma".

A ottobre smentì seccamente trattative per la cessione della società, salvo poi essere smentito due mesi dopo:
"E' vero, io non amo le interviste e la visibilità, specie perché dopo l'acquisizione del Parma sono stati diffusi una serie di articoli sulla mia persona di tipo diffamatorio. In quella intervista in merito ad una domanda su trattative per la cessione del pacchetto azionario a svariate cordate estere io smentii perché ritengo che determinati passi debbano passare dal CdA. In particolare io ho la doppia veste di consigliere e socio, per cui pensavo fosse normale essere messo al corrente di certe decisioni. Da parte nostra è arrivato un sostegno nel momento in cui il Parma aveva necessità di affrontare determinate situazioni e credo avrei avuto il esserne a conoscenza prima che ne venisse a conoscenza la stampa. Avrei eluso la domanda, se la riservatezza lo avesse imposto. Quando c'è stato il caso Biabiany, questo è emerso in consiglio di amministrazione, ma finché gli organi di comunicazione del Parma non hanno comunicato i veri motivi della mancata cessione di Biabiany io neanche a casa avevo rivelato la ragione scatenante. Credo faccia parte della deontologia professionale".

Ha chiesto a Ghirardi il perché di questa scelta?
"La prima cosa che ho fatto è stato chiamare e mi è stato detto che ancora non era stato concluso niente, però poi alla fine il passaggio di proprietà c'è stato. Io con Eventi Sportivi non c'entro e quindi col pacchetto azionario non avevo nulla a che fare. Ma credo ci sia una forma di rispetto differente da quello che è l'aspetto legale e formale della cosa". 

Le è mai stato chiesto di subentrare a Ghirardi o comunque di aumentare la percentuale di azioni del Parma?
"No. Forse se fossimo stati chiamati in un momento di difficoltà del Parma ci saremmo confrontati, poi quello che avremmo fatto dipendeva dalle necessità. Il nostro gruppo è stato enfatizzato al momento della conferenza stampa di presentazione, ma ritengo che siamo un'azienza come tante in Italia e lavoriamo in un settore che sente meno la crisi rispetto ad altri perché commercializziamo una materia strategica per il paese. In questo momento però investimenti di un certo tipo non vengono fatti con la stessa dinamica rispetto a 3-4 anni fa. C'è stato un CdA a settembre e io stesso fui promotore della possibilità da parte dell'ex presidente Ghirardi di tornare in sella alla società dopo le dimissioni di maggio in polemica con l'esclusione dall'Europa League. La società doveva iniziare una nuova stagione e come ogni esercito, aveva bisogno di un generale, qualsiasi altra persona in quel momento non avrebbe avuto lo stesso peso. Sollecitai lui, con l'apporto del tutto del CdA, a tornare alla guida del club. E' vero che le dimissioni furono solo mediatiche e non formali, ma anche da quel punto di vista era importante tornare sui propri passi".

Nell'ultimo consiglio di amministrazione per l'approvazione del bilancio riferito a giugno, l'Energy T.I. Group è stato l'unico azionista ad astenersi:
"Coi nostri legali siamo ad un controllo dei dati del bilancio, non ci siamo voluti precludere nessun tipo di eventuale riserva circa quel bilancio. Un atto formale e dovuto da parte nostra". 

Ha fatto riferimento ad un nuovo proprietario che ha anche incontrato, ma allo stato attuale nessuno ha ufficializzato il nome di quest'ultimo. Mi può dire chi è il nuovo proprietario del Parma?
"Dagli atti della cronaca leggo che il proprietario è questa società cipriota "Dastraso", costituita il 17 novembre 2014 e poi sostanzialmente anche da fonti di stampa risulta che il proprietario sia un certo Rezart Taçi. Questa persona mi è stata fatta incontrare, poi gli atti formali nascondono chi ci sia a monte. Gli organi di stampa hanno avanzato svariate ipotesi e francamente come sia composta questa Dastraso non glielo so dire. Non ho documenti che mi indichino che sia Taçi il proprietario di questa Dastraso, ma è lui che mi è stato presentato". 

Cosa vi siete detti?
"Mi ha detto di avere dei progetti, la voglia di rilanciare questa squadra, essendo ben cosciente di dover immettere della liquidità in società per far fronte a impegni finanziari. Poi ho ascoltato questo progetto che spero venga portato a compimento il prima possibile".

Teme un conflitto di interesse tra voi e una holding che fa di idrocarburi il suo business?
"Credo si riferisca alla Taçi Oil. Io non la conosco, mi sembra di aver letto che ha alcune stazioni di servizio e che il suo mercato sia soprattutto l'Albania. Noi come idrocarburi trattiamo solo il gas naturale, per cui le due compagnie le ritengo complementari. Io la Taçi Oil la sento nominare la prima volta quando si interessa al Parma, forse gli addetti ai lavori in quel campo la conoscono meglio". 

Ora il Parma ha un disperato bisogno di liquidità: quali possono essere le prossime mosse? Un aumento di capitale? 
"L'aumento di capitale si fa attraverso un'assemblea convocata da un CdA, che non è mai stato annunciato. Vista l'urgenza dell'immissione di liquidità, probabilmente la nuova proprietà lo farà sotto formato di finanziamento. Mi auguro avvenga nel più breve tempo possibile. Il mio potere all'interno del CdA è limitato a quello di consigliere, non ho poteri gestionali. Tutelo il mio dieci per cento e l'immagine della mia società, per cui posso essere a conoscenza di quello che avviene solo durante i consigli di amministrazione. Sono il primo ad aver chiesto un CdA per avere più chiara la situazione, è cosa di qualche giorno fa. Tutte le scadenze sono imprescindibili e improrogabili".

Le è stata prospettata la cessione alla nuova proprietà del vostro 10%?
"Da parte nostra è stata prospettata una eventuale uscita. Abbiamo investito sei mesi fa mesi fa con un valore ipotetico rispetto al 100%: avrebbe interesse a uscire senza plusvalenze ma neanche minusvalenze. Sei mesi mi sembrano abbastanza esigui per questo tipo di dinamiche. Se la nuova proprietà farà questi enormi investimenti non avrà difficoltà, io guardo poco le parole, sono molto più concreto. Mi hanno risposto che non ci saranno problemi. Se i soldi ci sono non è un problema, il problema è quando non ci sono. Non c'è da fare molto, basta un bonifico e presentarsi presso un notaio".

La vostra voglia di continuare al fianco della nuova proprietà appare ridotta:
"Noi come azienda abbiamo stretto delle partnership e dobbiamo avere la certezza che da ambo le parti vengano rispettate determinate cose. Noi al momento ci troviamo in una squadra che sta facendo produrre una serie di articoli poco piacevoli e figli dell'acquisizione del 10% del Parma Calcio. Quello che doveva essere un investimento mediatico positivo, si è trasformato in un ritorno di immagine negativo per noi, senza nessun peccato. Noi prima che la cosa possa montare ancora di più, preferiamo uscirne. Finché siamo dentro però tutto deve essere fatto a norma di legge: non vogliamo che si giochi sulla vita di persone che vivono sullo stipendio dal Parma FC. Finché saremo presenti per questo ci batteremo. La nuova proprietà ha promesso mari e monti? Speriamo che porti almeno qualche collina". 


Intervista a Roberto Giuli, ad di Energy T.I. Group


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