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The show must go on, ma non si può parlare di ritorno alla normalità. SPAL, uno scoglio da non sottovalutare

di Giuseppe Emanuele Frisone

Abbiamo passato - e stiamo passando - settimane complicate, come appassionati di calcio e di sport, ma anche semplicemente come cittadini. Il Coronavirus ha stravolto il febbraio degli italiani, facendoci scoprire fragili e impotenti dinnanzi a problematiche complesse. Persino le nostre abitudini saranno costrette a cambiare, almeno nel breve periodo: niente luoghi affollati, niente concerti o teatri, cinema deserti... sembra quasi di descrivere uno scenario apocalittico. In tutto ciò, il calcio professionistico è andato... nel pallone, scoprendosi anch'esso debole di fronte al virus, con repentini cambi di programma e tanta, tanta incertezza tutt'intorno. Adesso sembra si sia trovata una soluzione, quantomeno per tornare in campo: proprio oggi è stato ufficializzato il nuovo calendario, che in questo weekend vedrà i primi recuperi dopo i rinvii dovuti al nuovo virus. Insomma, the show must go on, come si suol dire, perché si sa che il calcio muove tanti soldi e muove molti interessi. Non si può certo parlare però di ritorno alla normalità. Al di là degli stadi a porte chiuse - che praticamente tutti definiscono un provvedimento dovuto - restano infatti tanti punti interrogativi, perché spuntano molti sottotemi: dalla salute dei calciatori fino alla trasmissione in chiaro delle partite, passando per le difficoltà economiche della Serie C a porte chiuse (cosa che rischierà di far fallire molti club a fine stagione). Insomma, per ora sembra più una toppa che altro, nella speranza che la situazione generale possa migliorare: bisogna vedere se le misure prese avranno successo, e in questo senso le prossime settimane saranno decisive.

Detto questo, non è facile ma bisogna anche parlare di campo nonostante l'atmosfera surreale. Sì, perché in tutto ciò il campionato deve comunque riprendere. Anche questo aspetto nasconde insidie o quantomeno numerosi interrogativi, dal momento che la situazione ha tenuto in apprensione un po' tutti. Certo, ciò vale anche per il prossimo avversario del Parma, che è la SPAL. Gli estensi sono ultimi in classifica e sono praticamente all'ultima spiaggia, perché se non facessero risultato al Tardini la loro situazione diventerebbe drammatica. Per Di Biagio e i suoi ragazzi è dunque già una partita da dentro o fuori: è per questo che il Parma non può fidarsi di una SPAL che giocherà alla morte, e anzi, proprio per questo motivo i crociati dovranno almeno pareggiare la voglia e la rabbia dei loro avversari, se vorranno conquistare i tre punti. Inoltre, non dimentichiamoci che la tradizione del Parma contro la SPAL, dal suo ritorno in Serie A, è decisamente negativa: su tre gare dal 2018 ad oggi, tre vittorie della formazione di Ferrara. Magari è proprio questo il momento giusto per interrompere questa emorragia.


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