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Road to Serie B: Alessandria, Pordenone e Reggiana ai raggi X

di Sebastian Donzella

180 minuti, o forse qualcuno in più, separano il Parma dalla Serie B. I ducali dovranno vincere le prossime due sfide per vincere i playoff di Lega Pro e approdare in cadetteria. Per riuscirci, però, servirà superare prima il Pordenone e poi la vincente tra Alessandria e Reggiana. Niente squadre del Sud, dunque, ma tre avversarie di medio-alto spessore che vi presentiamo nel dettaglio.

Iniziamo dal Pordenone. I ramarri, dopo aver conteso ai gialloblù il secondo posto per gran parte del girone di ritorno, sono adesso l'ostacolo tra il Parma e la finale. Una squadra, quella neroverde, leggermente cambiata nello stile rispetto le due sfide di campionato vinte, entrambe in rimonta, dai ducali. I friulani, infatti, si sono presentati ai playoff come la squadra che pratica il miglior gioco di tutta la Lega Pro, grazie al 4-3-3 spettacolare messo in campo durante la regular season da mister Tedino. L'infortunio al ginocchio di Berrettoni, vero e proprio fulcro in attacco, e la conseguente scarsa vena realizzativa di Arma (capocannoniere nella prima parte di stagione), ha portato però i ramarri a rivedere i propri piani. Il modulo resta lo stesso, il miglior attacco dal punto di vista dei gol nel Girone B pure, però i neroverdi hanno capito che difendersi, soprattutto se il reparto offensivo non gira più a dovere, può essere più salutare. Esattamente come hanno fatto a Cosenza negli ultimi 90 minuti, ottenendo un preziosissimo pari. I ducali, comunque, dovranno fare attenzione a un centrocampo di grande valore e con un'intesa eccellente: se Burrai, Suciu e Misuraca sono richiesti da mezza Serie B, un motivo ci sarà. Inoltre i friulani, contrariamente al pensar comune, non avranno l'ansia da prima volta, visto che sono l'unico team ad aver giocato le semifinali playoff anche nella passata stagione. 

Sulla Reggiana, potenziale avversaria in finale, qualsiasi considerazione potrebbe essere inutile, visto che un derby resta sempre un derby. Anche in questo caso il Parma, in campionato, li ha vinti tutti e due, regalando ai tifosi quelle che al momento restano le maggiori gioie stagionali. I granata, però, potrebbero essere la squadra più rognosa da incontrare. Non solo per l'importanza che la gara ha tra i supporters delle due squadre ma anche per il gioco altamente speculativo messo in campo da mister Menichini. Il tecnico reggiano, con grande arguzia, ha capito di non poter competere ad alti livelli a viso aperto, soprattutto dopo le importanti cessioni invernali. Per questo ha compattato la squadra intorno a un 4-3-1-2 abbastanza difensivo, un modulo che ha saputo reggere anche un paio di settimane fa a Livorno nonostante l'assenza di mezza retroguardia. In terra toscana, nonostante tre giocatori su quattro fuori ruolo, il fortino granata ha retto per buona parte del match, permettendo la vittoria per 2-1 fondamentale per la conquista della finale.
Paradossalmente, inoltre, pur possedendo il peggior attacco dei quattro rimasti a giocarsi la B (unica squadra senza calciatori in doppia cifra e senza aver superato quota 50 gol), è in avanti che ha il giocatore da tenere d'occhio: parliamo di Cesarini, fantasista dai piedi delicati che sa fiutare la porta. Tra marcature personali e assist al bacio, una buona fetta delle Final Four è sua. Il punto debole dei granata è da ricercare fuori dal campo: patron Piazza ha deciso, forse nel momento più delicato della stagione, di fare la rivoluzione: via le segretarie, via l'addetto stampa, via il responsabile del settore giovanile e, infine, dimissioni abbastanza giustificate del diggì. In campo non vanno i dirigenti e i dipendenti, però che la situazione sia tutto tranne che tranquilla è sotto gli occhi di tutti.

Chiusura sull'Alessandria, l'altro club insieme al Parma ad aver saltato il primo turno grazie al secondo posto in campionato. I grigi arrivano dalla cocente delusione in campionato, perso in maniera incredibile contro la Cremonese dopo aver dilapidato una marea di punti di vantaggio. La rosa dei piemontesi è l'unica che può competere, in quanto a costi, a quella gialloblù. In avanti mister Pillon, arrivato un mese fa, può contare su Bocalon e Gonzalez, autori di 40 gol in due, venti a testa. Tutti e due, però, sembrano essersi inceppati proprio sul più bello e, tra finale di campionato e inizio dei playoff, sono più le volte terminate nei flop che le reti segnate. In attesa che i due punteri decidano di ritornare a esultare, i grigi mettono in campo un 4-4-2 molto quadrato e pieno d'esperienza tranne in porta, dove Vannucchi alterna prestazioni da otto a errori da Striscia la Notizia. Col Lecce è stato strepitoso, a differenza dei suoi compagni, salvando la propria porta e accompagnando per mano i suoi alle Final Four. E proprio la gara con i salentini ha dimostrato come quest'Alessandria sia battibile, soprattutto per il suo braccino corto: in vista del traguardo, inspiegabilmente, i piemontesi perdono brillantezza e potenza. Dalla sua, però, mister Pillon ha una panchina extra-lusso, con gente del calibro di Evacuo, Iocolano, Fischnaller e Sestu. E in una competizione così stressante e con tante gare ravvicinate, il turn-over potrebbe fare la differenza.


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