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Ora le finali son 10, ma servirà affrontarle come tali. E altrettanti esami per capire chi potrà far parte del Parma che verrà

di Simone Lorini

Se Pellè avesse iniziato il campionato col Parma, la classifica dei ducali sarebbe molto diversa. È davvero odioso ragionare coi se, ma sono rimasto davvero impressionato, e sorpreso, dal cambio di mentalità che ha saputo portare l'attaccante ducale nella squadra, aiutando tutto il gruppo non sono dal punto di vista dello spessore tecnico, ma anche e soprattutto da quello della personalità. La gara contro il Genoa ha dimostrato come in questo momento il Parma non sia una squadra da fondo classifica e altresì come gli episodi siano assolutamente decisivi nelle sfide con squadre di pari livello, e non solo. Se contro la Roma la buona sorte aveva sorriso ai ducali, contro il Genoa sono bastati due tiri da parte di Scamacca per sovvertire il meritatissimo vantaggio firmato da Pellè che la squadra non era riuscita a mettere al sicuro (clamorose le occasioni sciupate da Man e Kucka). 

Il punto è proprio questo: la scarsa decisione nell'affrontare i momenti chiave del match e non posso che ripensare a come il rumeno si era liberato, in modo spettacolare, dell'avversario per poi concludere sul corpo di Perin con debolezza e scarsa convinzione. Le dodici finali ora sono diventate dieci e servirà il miglior Parma, a partire dalla gara di Benevento, per poter solo sperare di rimettersi in corsa per una lotta salvezza che al momento riguarda altri. Il che non vuol dire "o si vince a Benevento o è Serie B", perché i punti possono arrivare davvero su ogni campo d'Italia, come ha dimostrato questo Parma (ma anche quello di Liverani) o lo stesso Benevento, che ieri è andato a vincere a Torino. Dieci finali, ma anche tre mesi di esami per chi vorrà far parte della squadra crociata 21/22, in quella che dovrà essere una ripartenza non da zero, ma quasi, a prescindere dalla categoria. 

Una certa "selezione" il mister sembra averla già fatta, penso ad esempio ad Alves e Gervinho, due che molto difficilmente faranno parte del progetto futuro del Parma e che già ora sono ai margini del gruppo. È ovvio che la categoria sarà fondamentale per alcune conferme: al momento attuale appare impensabile ragionare su conferme di calciatori come Sepe, Conti, Kucka, Kurtic, Inglese, Cyprien, ma anche gli stessi Man e Mihaila, che avranno offerte decisamente più importanti rispetto ad un anno di Serie B, per tacere dei costi esorbitanti che una loro conferma in rosa porterebbe, insostenibili in cadetteria. 


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