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Largo ai giovani, lo dice anche Cerri. Il Carpi insegna che conta la fame e non la fama

di Vito Aulenti

"Il Parma può contare sui suoi giovani anche in ottica Prima Squadra, ma bisogna rischiare, come è stato fatto con Josè Mauri". Questo il pensiero - ampiamente condivisibile - espresso ai nostri microfoni da uno dei giovani giocatori più promettenti del panorama italiano e non solo: Alberto Cerri. Dopo una stagione formativa nella serie cadetta, che gli ha riservato sia spine (il grave infortunio al ginocchio sinistro patito nell'ottobre scorso) che rose (un inizio di campionato a mille all'ora condito da ben quattro reti), il centravanti classe 1996 è pronto a spiccare il volo, un po' come il suo grande amico José Mauri, quest'anno tra le note più liete della massima serie italiana.

Il Parma riparta dai giovani. E' questa dunque l'idea dell'attaccante attualmente in forza alla Virtus Lanciano, il quale, come ha rivelato a ParmaLive.com, non sa ancora però se nella prossima annata indosserà o meno la maglia crociata. L'auspicio è quello che gli venga concessa una chance nella squadra della sua città, quella per cui ha sempre tifato e che gli ha permesso di crescere in maniera esponenziale ma graduale, tanto da arrivare a conquistare la maglia azzurra (nelle selezioni giovanili) e diversi importanti riconoscimenti. Perdere anche lui, oltre a Mauri, significherebbe infatti per il nuovo proprietario (ammesso che si riesca a conservare il titolo sportivo) recuperare sì qualche milione investito per l'acquisto del club, ma pure depauperare un patrimonio dal valore inestimabile, messo in piedi con saggezza e lungimiranza dall'ottimo Francesco Palmieri, dal cui Settore Giovanile si potrebbe attingere per costruire il nuovo Parma, quello della rinascita. Un po' prendendo spunto dalla storica quanto incredibile promozione del Carpi, il cui vero segreto è stato quello di puntare sulla fame piuttosto che sulla fama. 


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