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In Coppa Italia si sono visti pregi e difetti del Parma. Ora sotto con il Palermo: tre punti sarebbero di vitale importanza

di Giuseppe Emanuele Frisone

Torno sul match di Coppa Italia di qualche giorno fa, in cui il Parma ha fatto tremare un avversario di categoria superiore come la Fiorentina - e, diciamocela tutta, avrebbe anche meritato il passaggio del turno. Gli addetti ai lavori si sono sperticati in lodi e complimenti nei confronti del Parma, ma, siamo onesti, una prestazione di questo tipo da parte della formazione di Pecchia non è veramente sorprendente per chi ha seguito la parabola degli emiliani negli ultimi mesi. Sappiamo, infatti, come ultimamente la squadra crociata parta molto forte e sappia esaltarsi quando trova spazi per sfogare la rapidità dei suoi attaccanti. Proprio in questo particolare si sono visti a Firenze tutti i pregi del Parma, molto bravo a verticalizzare (grazie anche a un Bernabé in grandissima forma) e ad andare in velocità, con Benedyczak e Bonny - ma anche Man e Mihaila - che negli spazi hanno fatto a fette la difesa viola finché hanno potuto. In particolare, voglio sottolineare ancora una volta la prestazione di Bonny, che ha dimostrato come la sua presenza esalti le qualità del Parma: qualcuno lo critica perché non segna tanto, ma con lui in campo la manovra è fluida e più pericolosa, e difficilmente è un elemento a cui si può rinunciare in questo momento, quantomeno dall'inizio. I tanti complimenti, però, non devono far montare la testa al Parma: è vero, i crociati hanno quasi eliminato una squadra di Serie A in lotta per le coppe europee, ma a lungo andare si è sentita la poca esperienza a certi livelli della squadra. A Firenze si è infatti visto quello che era successo anche a Lecce nel turno precedente, con una rimonta subita da 0-2 a 2-2 e una sensazione di paura crescente dopo il primo gol degli avversari. Poco importa se poi al Franchi il rigore è stato causato da uno dei giocatori più esperti della squadra come Osorio: l'impressione è che il Parma debba crescere nella gestione della gara e del vantaggio, ma è anche grazie a queste situazioni che si costruisce l'esperienza.

Detto questo, i crociati si preparano a guardare oltre, al prossimo match di campionato. Che non sarà una gara qualsiasi, bensì si tratta di un big match: sebbene il Palermo sia in crisi di gioco e risultati, la squadra siciliana è ancora attaccata al treno di testa, e cercherà di fare risultato per recuperare punti e morale. Anche perché Corini vorrà cercare di salvare la panchina, che sembra decisamente a rischio. Il Parma dovrà fare tesoro del recente passato: lo scorso anno, dopo la bellissima prestazione in Coppa Italia contro l'Inter (anche lì con un'eliminazione arrivata dopo una rimonta subita), i crociati incapparono in un pesantissimo 0-4 in un altro big match, sul campo del Bari. Certo, oggi l'impressione è che il Parma sia diverso, più consapevole dei suoi mezzi e con un'autostima molto maggiore. Sarà però importante preservare le forze dopo le fatiche di Coppa per poi trasferire sul campo tutta l'energia che si è vista a Firenze. Al Franchi il Parma ha dimostrato di possedere un DNA da Serie A, ma adesso il campionato rappresenta un momento verità: dopo la sconfitta di Lecco, il pari col Modena e la vittoria arrivata solo all'ultimo contro lo Spezia, è il momento di tornare a marciare. Il Parma ha tutte le facoltà per farlo, e Palermo è la sfida perfetta per superare l'ennesima prova di maturità di quest'anno.


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