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Il buio è arrivato, era solo questione di tempo. Ora via al repulisti e Krause costruisca finalmente la sua squadra

di Niccolò Pasta

Il giorno che purtroppo sapevamo stava per arrivare è arrivato ieri. Il Parma è in Serie B, retrocede dopo una stagione disastrosa, come l'ha definita il direttore sportivo Marcello Carli, in cui non ha funzionato nulla. Tanti, troppi gli errori commessi, in campo e fuori, così come tanti sono i colpevoli per come quest'anno è terminato, dalla dirigenza, alle due guide tecniche e ai calciatori che, spiace dirlo, hanno giocato per tutta la stagione indossando una maglia senza onorarla, e non per le prestazioni, perché lo sport è fatto di vittorie e di sconfitte, ma per l'amor proprio che è mancato per tutto l'anno. 

Retrocedere non è una vergogna. Come ho detto, lo sport è anche questo, è anche sconfitte, è anche congratularsi con l'avversario che è stato più bravo di te e che ha saputo sfruttare le occasioni. Ma retrocedere in questa maniera qui, beh, farebbe vergognare chiunque. Una stagione disgraziata di cui non voglio nemmeno approfondire i numeri, già letti e citati più volte, e per cui non voglio nemmeno trovare i maggiori colpevoli, perché tutti, secondo me, hanno le stesse colpe: da un direttore sportivo che ha sbagliato ogni scelta, a due tecnici che non hanno capito la rosa e la sua fragilità, seppure in modi diversi. Una squadra apatica che, purtroppo, in più circostanze ha dato l'idea di non essere poi così coinvolta e un presidente, a cui - ripeto - andrebbe fatta una statua, ma che forse è stato troppo morbido. 

Ripartire. Dai giovani, dai vecchi, non mi interessa molto. Bisognerà ripartire da chi crede in questo progetto e da chi, soprattutto, dimostri di onorare la maglia e vestire i colori di una piazza che merita di più di quanto visto fin qui. Personalmente credo poco a quanto si è detto in questi giorni: la politica del "decido io chi resta e chi va" mi piace, la condivido al 300%, ma è veramente attuabile nel calcio di oggi in mano ai procuratori? Il presidente Krause ha la forza, è vero, di trattenere chiunque, anche forzando la mano, ma vale davvero la pena trattenere chi vuole andare? In estate è successo, e abbiamo visto le risposte in campo. Eviterei. 

Farei di tutto per trattenere alcuni giocatori, questo sì, dai due rumeni Man e Mihaila, Sohm, Busi, i gioiellini "nati" in casa nostra come Camara, Traoré, Balogh. Cercherei di convincere Juraj Kucka, il vero capitano del Parma, ma allo stesso tempo lo lascerei libero di scegliere: lui, sì, merita di farlo. Ripartirei da Dierckx, confermerei Simone Iacoponi, Gaston Brugman, Simone Colombi e anche Andreas Cornelius: chi vi scrive - e chi mi ha letto in questi mesi lo sa - non è un grande estimatore del danese che però ha dimostrato di tenere alla causa, cosa che purtroppo in tanti non hanno fatto. Vincere un campionato di B non è una passeggiata, ma se costruisci la squadra più forte alla fine vieni promosso, è così. Il presidente Krause ha finalmente iniziato a costruire la sua squadra, quella vera, con dirigenti scelti da lui e non trovati al suo arrivo e da adesso in avanti inizierà veramente il suo Parma. Serviranno scelte forti, ma saranno necessarie. La luna di miele è finita, può capitare un anno storto in cui tutto gira male, ma l'obiettivo deve essere quello di tornare il prima possibile dove il Parma merita. 


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