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Il 9 giugno o mai più. Il Parma si gioca la sopravvivenza nei prossimi 15 giorni con (almeno) un asso nella manica

di Vito Aulenti

Il tanto atteso 28 maggio è arrivato, ma, ahinoi, non ha portato le notizie sperate. In tarda mattinata, come ben saprete, è infatti giunto il comunicato della curatela attestante l'esito negativo della quinta asta, quella che in teoria avrebbe dovuto rappresentare l'ultima chance per mantenere il calcio professionistico a Parma. Grazie alla decisione presa attorno all'ora di pranzo dal Giudice Delegato Rogato su suggerimento dei curatori fallimentari e con l'approvazione del Comitato dei Creditori, quella che - nel bene o nel male - avrebbe povuto essere una giornata decisiva si è però tramutata nell'ennesima puntata interlocutoria di una telenovela a dir poco estenuante, che vedrà scorrere i titoli di coda solamente in data 9 giugno.

NUOVE SPERANZE - Dopo l'ennesima asta andata deserta non c'è più alcuna speranza? Niente di più sbagliato. Il rinvio ottenuto da Anedda e Guiotto, a dispetto dei titoli catastrofici che ho letto qua e là su alcuni giornali online, è da leggere, a mio avviso, in chiave positiva. Il prolungamento dell'esercizio provvisorio potrebbe infatti interpretarsi come una specifica richiesta fatta dal potenziale acquirente (che c'è, è reale e non è frutto della fantasia dei giornalisti), speranzoso di ridurre ulteriormente un debito sportivo che da ieri è sceso finalmente sotto la soglia dei 30 milioni. A questo proposito, come anticipatovi nell'editoriale di ventiquattro ore or sono, l'obiettivo - non dichiarato ma ricercato - sarebbe quello di arrivare ad una somma pari a 19-20 milioni, comprensivi del valore dell'azienda sportiva.

15 GIORNI DI LAVORO - Quelli che stanno per arrivare, dunque, saranno (tanto per cambiare) 15 giorni di fuoco per i curatori fallimentari e il loro coadiutore Albertini, che dovranno cercare in tutti i modi di convincere i dissidenti ad accettare la proposta di riduzione del pregresso (compito che, come avrete avuto modo di capire, è più delicato di quanto si potesse pensare). Nella lista dei giocatori da incontrare, non compare più il nome di Antonio Cassano, che, come vi abbiamo rivelato per primi nella serata di ieri, ha firmato la rinuncia ad una percentuale importante dei suoi crediti. Per quanto riguarda Marco Marchionni, invece, la situazione è ancora da sbloccare, nel senso che il centrocampista della Samp ha proposto un taglio del 50%, ma i curatori si sono riservati di decidere se accettarla o meno nelle prossime ore. Per quale motivo la proposta di Cassano è stata subito accettata e quella di Marchionni no? Semplicemente perché si è di fronte a due tipologie diverse di crediti (il barese avanzava soldi per stipendi, l'ex Juve per incentivi all'esodo), che, come tali, vanno valutate in maniera diversa.

PROLUNGAMENTO DELL'ESERCIZIO PROVVISORIO - Qualcuno si sarà chiesto - io per primo - il motivo per cui l'esercizio provvisorio sia stato prolungato fino al 15 giugno, nonostante l'asta decisiva si tenga il 9. Quei sei giorni in più verrebbero utilizzati per portare avanti eventuali trattative private qualora anche la sesta procedura di gara dovesse malauguratamente andare deserta? Assolutamente no. Si andrà avanti fino al 15 esclusivamente perché se l'asta comporta solo l'assegnazione dell'azienda sportiva, la vendita vera e propria richiede invece una serie di adempimenti (formulazione del contratto, verifiche da parte dei legali, ecc), che necessitano di qualche giorno in più per essere espletati.

OTTIMISMO - A Collecchio le bocche sono cucitissime, ma l'impressione è che ci sia un certo ottimismo nell'ambiente gialloblù circa il futuro della società. Almeno un imprenditore (o una cordata) alla finestra c'è e ha confermato in maniera concreta il proprio interesse, ma attende l'importantissima data del 31 maggio (termine ultimo per presentare le domande di insinuazione al passivo) per capire l'entità (non ancora definitiva, ma quasi) della somma da sborsare riguardo al debito sportivo. Se Fabio Giordano e il fondo americano da lui rappresentato sembrano ormai fuori dai giochi (l'avvocato ha rivelato proprio ai nostri microfoni di non essere interessato all'asta), ancora in lizza dovrebbero esserci l'amministratore delegato di Space Cinema Giuseppe Corrado  e - nonostante le secche smentite giunte negli ultimi giorni - il numero uno di Segafredo Massimo Zanetti, con il primo in netto vantaggio sul secondo. Sarà uno di questi due a spuntarla oppure salterà fuori un terzo nome a sorpresa? Lo scopriremo presto, ormai siamo alla resa dei conti.


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