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Giocatori e allenatori passano, i tifosi no: il senso di tifare Parma oggi

di Giuseppe Emanuele Frisone

Ci ho pensato un po' prima di scrivere queste righe, perché di solito preferisco analizzare dati oggettivi e situazioni di campo o di spogliatoio. Penso però che ogni tanto ci si debba fermare e riflettere sul significato del tifo. La mia passione per il Parma nasce a metà degli anni Novanta, e da allora ne ho viste tante. Ho visto giocatori come Thuram e Cannavaro, ho visto Morfeo e Cassano, ho visto Asprilla e Fabio Lauria che segna in rovesciata. Ho visto meteore come Pedros e Djetou nonché campioni inespressi come Ortega, ho visto vincere coppe europee e un derby-spareggio salvezza, ho conosciuto anche il Parma in Serie D. Ho conosciuto l'ultimo Parma di Scala, ho visto Malesani fare "i salti in panchina" e ho visto anche Passarella; ho visto i Tanzi, ho visto Manenti. Tifare Parma non è mai stato semplice. Un paio di settimane fa ho letto un bell'articolo di Rivista Undici sul Parma, e ho pensato che in fondo chi ha scritto quell'articolo ha ragione: siamo un po' una favola freak. Il Parma, nella sua storia recente, è sempre stato una squadra un po' sui generis, eppure i giocatori, gli allenatori, i presidenti cambiano, e noi siamo ancora qui. Noi, i tifosi. E non è tanto per fare il solito pezzo strappalacrime che sa tanto di retorica insopportabile alla Sandro Curzi di sgarbiana memoria. Vorrei solo ricordare che, pure quando tutto va male, il tifoso è lì, incurante di tutto, il Parma ce l'ha nel cuore. Perché chi tifa Parma non lo fa per le vittorie, lo fa per le emozioni che quella squadra gli dà.

Dico tutto questo perché, sì, il momento è sicuramente difficile e non posso sapere se riusciremo ad evitare la retrocessione. Ma tifare Parma resta qualcosa che va oltre i risultati, ed è importante avere ben chiara questa appartenenza, mostrarla candidamente. Mi piacerebbe trasmettere alla squadra tutto questo, far sentire anche i giocatori parte di tutto ciò. Sarebbe bello, magari aiuterebbe in vista della gara di domenica contro l'Udinese, perché ora più che mai abbiamo bisogno di remare tutti nella stessa direzione, tutti devono sentirsi spinti verso un unico obiettivo, che è quello della salvezza. Con una certezza, ovvero che noi ci saremo sempre.


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