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Fischi e critiche, a questo Parma serve una svolta. Anche in società la pazienza è finita

di Simone Lorini

Ancora una volta, il Tardini ha ricordato al Parma come vincere, in Lega Pro e in certi modi, al pubblico non basta: non è possibile vedere una squadra rintanata nella propria metàcampo senza nessuna intenzione di andare alla ricerca del raddoppio che chiuderebbe la gara contro la penultima in classifica. Fischi, davvero rari negli ultimi anni, che hanno sottolineato la pochezza della prova ducale al cospetto di una formazione semidisperata. La classifica si fa leggermente più bella e l'obiettivo dei sei punti nelle due sfide contro ultima e penultima in classifica è stato raggiunto, ma come detto, non è abbastanza, non per noi. 

Spogliatoio bollente sabato sera: rumours parlano di litigi tra alcuni elementi della squadra e la dirigenza, che intanto riflettere anche sulla posizione di Apolloni. Il secondo tempo ha mostrato ancora una volta dei passi indietro assurdi, inconcepibili, con una squadra tutta rintanata nella propria metàcampo a difendere il gol di vantaggio contro un Mantova francamente troppo inferiore per creare davvero danni alla porta di Zommers. Paura, senso di inadeguatezza, un timore davvero difficile da spiegare: di sbagliare, di pareggiare, di essere rimontato, di perdere l'occasione di fare propri tre punti che non si potevano davvero lasciare per strada. Ancora una volta, serve una svolta, sul campo o fuori, perché la squadra non è serena e quando gioca lo si avverte distintamente. 


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