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Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quello che lascia ma non sa quello che trova

di Alessandro Tedeschi

E' inutile nasconderlo: il silenzio societario di queste settimane, unito alle tantissime voci fuoriuscite e all'addio prima del direttore sportivo Daniele Faggiano e poi, notizia di oggi e non ancora ufficiale, del tecnico Roberto D'Aversa, hanno fatto crescere e non poco la tensione in tutto l'ambiente crociato. E' altrettanto vero che la presenza dei sette soci può e deve far dormire sonni tranquilli ai tifosi crociati, ma è normale che durante una "rivoluzione" come quella in atto ci possa essere un minimo di preoccupazione. Ora viene da chiedersi se la decisione sia stata societaria o se la voglia di cambiare aria di Daniele Faggiano abbia scombussolato parecchio i piani del club.

Ma a questo può rispondere solo la società stessa e speriamo lo faccia all'inizio della prossima settimana quando riprenderanno i lavori a Collecchio in vista della nuova stagione, con due giorni di test ed esami prima di riprendere gli allenamenti da mercoledì. Ma chi ci sarà a guidare questi allenamenti? E' vero che è stata un'estate strana, che il tempo per programmare la nuova stagione non manca, ma è altrettanto vero che se rivoluzione doveva essere poteva essere effettuata venti giorni fa, al termine del campionato, per poi pianificare tutto con estrema calma. 

Il tutto con vista sul cambio societario, passato in secondo piano in queste settimane, ma sempre d'attualità. Nel giro di due mesi, tra metà agosto e metà ottobre, il Parma potrebbe vedere cambiato il suo assetto societario, il suo dirigente di maggior peso ed il suo allenatore. “Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quello che lascia ma non sa quello che trova", recita il vecchio adagio. In attesa di maggiore chiarezza e qualche delucidazione su cosa è realmente successo, riponendo la massima fiducia nella società, vedremo cosa ci riserverà il futuro.


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