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C'è delusione, ma la situazione è recuperabile. Il grande equilibrio del campionato aumenta le chances di invertire la rotta

di Giuseppe Emanuele Frisone

Quando le cose vanno male in una squadra di calcio (parliamo dal punto di vista dei risultati) diventa un gioco facile ergersi a fini conoscitori di sport, puntando il dito contro l'allenatore per i risultati sotto le aspettative e invocare l'esonero del mister. Se si prova a difendere l'allenatore, d'altra parte, si rischia di passare sovente per "avvocato delle cause perse": ritengo, personalmente, che situazioni del genere vadano analizzate più a fondo, per evitare di giungere a conclusioni affrettate. E' importante, quindi, soppesare le parole e valutare bene quello che vediamo.

D'Aversa è in discussione? Sì, sicuramente. Ma non lo è più di nessun altro allenatore, visto che il tecnico di una squadra è costantemente in discussione, e il suo lavoro è soggetto sempre a critiche ed analisi di vario genere. Nulla di nuovo dunque, e il nostro allenatore lo sa bene. Invocare l'esonero, dopo nove giornate, può però essere ancora affrettato, per il momento. I risultati sono soddisfacenti? Sicuramente no: c'è palesemente un problema offensivo, e c'è evidentemente anche un "problema Tardini", visto che stranamente il Parma è riuscito a vincere più spesso in trasferta che tra le mura amiche. Se però leggiamo le partite a 360 gradi, è anche vero che vediamo che il Parma ha effettivamente raccolto meno di quanto meritasse: anche la gara con il Pescara, ha sì palesato una squadra crociata non al massimo della brillantezza, ma che non mi è sembrato fosse inferiore agli abruzzesi.

Certo, un punto su cui diverse volte in conferenza stampa è intervenuto proprio lo stesso D'Aversa, è che in questo momento al Parma serve più cinismo, più cattiveria sotto porta: è lampante ad esempio che, nei primi 20' di sabato scorso, i crociati abbiano dominato. Il Pescara, peraltro, aveva compiuto un paio di svarioni difensivi piuttosto clamorosi, episodi di cui, però, gli emiliani non sono riusciti ad avvantaggiarsi. Se Baraye a tu per tu con il portiere avesse segnato, è evidente che la gara avrebbe assunto una piega diversa. Poi certo, parlare con i "se" e i "ma" è controproducente, e visto che "verba volant, scripta manent" a noi rimangono solo gli scripta, in questo caso i risultati sportivi. E va da sé che, alla luce di una campagna acquisti importante, i tifosi (e mi ci metto anche io) si aspettavano di essere nelle prime posizioni.

Quello che voglio dire è che il Parma sì, in parte ha deluso, ed è una squadra che ha dei problemi, ma al tempo stesso le occasioni per segnare arrivano. L'abbiamo visto persino nella sconfitta peggiore della stagione, lo 0-3 al Curi contro il Perugia: Rosati in quell'occasione ha fatto ottime parate, e anche a Palermo il Parma ha incontrato sulla sua strada un superlativo Pomini. Con due o tre punti in più, la situazione ci sembrerebbe diversa. Poi ripeto, i problemi ci sono e vanno assolutamente risolti: se gli attaccanti si sbloccassero, però, ci sarebbe un peso psicologico in meno, e allora il Parma potrebbe finalmente tornare a marciare.

Insomma, la delusione c'è, non lo nega nessuno, ma è ancora una situazione recuperabile, e penso che D'Aversa meriterebbe ancora un po' di fiducia. Di certo, ad aiutare il mister c'è il grande equilibrio del campionato: per ora non c'è un dominatore assoluto e la vetta non è poi lontana (ancor meno il secondo posto, che significherebbe promozione diretta). Se poi le prime continuano a togliersi punti a vicenda, al Parma basterebbe intraprendere un piccolo filotto di vittorie per tornare protagonista. Serve, insomma, continuità: quella continuità che potrà arrivare grazie ai gol degli attaccanti. Magari, ci auguriamo, proprio a partire dalla gara con la Virtus Entella. Gara casalinga, è bene da specificare: una gara da vincere per abbattere anche il tabù del Tardini.


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