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Arriva la primavera e porterà una salvezza tranquilla. Mentre la Primavera spera in un Viareggio da favola

di Sebastian Donzella

Tra meno di 48 ore arriverà l'equinozio di primavera e porterà con sé la stagione della fioritura e della rinascita. Entrambe cose che il Parma ha già fatto da tempo, vista la gran scalata fino alla A e la salvezza quasi in tasca. Su quel quasi, però, bisogna riflettere: perché il Bologna ha accorciato a nove i punti di distacco e perché là dietro iniziano a correre tutte, come ogni lotta salvezza che si rispetti. Però la squadra crociata difficilmente fallirà l'obiettivo: conquistare una decina di punti, forse meno, in una decina di gare non è sicuramente una sfida impossibile. Però non è nemmeno così semplice, soprattutto se le energie, più mentali che fisiche, iniziano a mancare. Mai sosta sarà più utile.

Il calcio giocato, per fortuna, non abbandona i tifosi ducali: la Primavera gialloblù, con la 'P' maiuscola, sta pensando di replicare lo strepitoso percorso di un anno fa al Torneo di Viareggio. Fase a gironi passata senza patemi e vittoria agli ottavi di rigore, proprio come un anno fa. All'epoca dal dischetto venne eliminato il Milan, stavolta è toccato ai lettoni dell'RFS Riga. Recuperando due reti nel finale, segno di come la squadra di Catalano creda fortemente nei propri mezzi nonostante un Camara forzatamente a mezzo servizio (ma, ammirevolmente, sempre decisivo). Ora arrivano i quarti, un anno fa vinti sempre ai rigori prima dell'onorevolissimo Ko contro l'Inter, poi vincitrice del torneo. Di fronte un avversario niente male come la Fiorentina, finalista nell'edizione del 2018.


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