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Ancora quattro finali

di Marco Rizzo

Nella corsa per il sogno chiamato Europa League pesa, certamente, nel cammino del Parma, la sconfitta maturata al Tardini contro l’Inter (l’ultima partita persa in casa risaliva allo scorso due novembre contro la capolista Juventus). Tuttavia, meritata o meno che sia, il risultato venuto fuori dalla prova del Tardini ha mostrato diversi aspetti positivi, che lasciano ben sperare per le quattro finali che attendono il Parma verso il sogno europeo.

Gli episodi, innanzitutto, hanno deciso il match. Le due ingenuità di Paletta (andando oltre i giudizi arbitrali) hanno pesato come un macigno nei novanta minuti gialloblu: il fallo su Nagatomo era evitabile, su Palacio occorreva più diligenza e Gargano stava rimontando l’attaccante argentino. La colpa della difesa gialloblu, in occasione del vantaggio nerazzurro, è lampante: il Parma già aveva mostrato debolezze nei primi calci piazzati, il colpo di testa di Rolando è stata la condanna definitiva. Rivedere le marcature (l’impostazione a zona può produrre effetti nefasti) in occasione degli ultimi quattro match può essere un utile suggerimento. Sui minuti disputati in inferiorità numerica, però, risulta difficile trovare lati negativi. La squadra ha mostrato una sfrontatezza degna delle prime della classe, ha mantenuto la voglia di imporre il proprio gioco e l’allenatore ha senza problemi osato qualcosa in più, inserendo prima Schelotto, giocandosi il tutto per tutto, poi, con Amauri. Non aver concretizzato nel primo tempo, così come nella ripresa in svantaggio, ed aver trovato un sontuoso Handanovic, sono stati episodi che hanno condannato il Parma. La differenza di atteggiamento dei due mister, però, va ampiamente sottolineata: il Parma ha provato ad impostare al cospetto dell’avversario nerazzurro la sua manovra, senza perdere la propria identità; Mazzarri, diversamente, con una rosa certamente superiore, ha impostato la partita con una mentalità attendista, giocando sull’avversario e sulla possibilità di ripartire. Gli amanti del calcio ed i supporters gialloblu, in tal senso, devono essere certamente contenti del modus operandi gialloblu.

Le parole dell’ad Leonardi, infine, intrise di orgoglio e convinzione nei suoi, sono un chiaro monito ed un avviso di speranza. Il Parma è vivo, lo ha dimostrato anche nei momenti di black out (inevitabili dopo uno stoico cammino, con una rosa non lunghissima). Ancora quattro finali, avversari ampiamente alla portata e con la solita voglia di giocare: l’Europa passa per le mani del Parma. La squadra di Donadoni è artefice del proprio destino. E allora, non è tempo di fermarsi: ancora quattro finali.


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