ESCLUSIVA PARMALIVE - Apolloni: "Il problema non ero solo io. Una cosa mi ha dato fastidio, ma tornerei"

@ESCLUSIVA PARMALIVE - RIPRODUZIONE RISERVATA
02.12.2016 19:27 di Vito Aulenti Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA PARMALIVE - Apolloni: "Il problema non ero solo io. Una cosa mi ha dato fastidio, ma tornerei"
© foto di Alberto Porti/ParmaLive.com

A dieci giorni dall'esonero, mister Luigi Apolloni è tornato a parlare del Parma. Lo ha fatto ai nostri microfoni, soffermandosi sulla scelta rivoluzionaria della proprietà, sulle difficoltà incontrate in questa prima parte di stagione, ma anche sul suo futuro: "Esonero inaspettato? Non so fino a che punto nessuno se lo aspettasse (ride, ndr). Io non me lo aspettavo sicuramente, così come non se lo aspettavano la dirigenza, lo staff tecnico e la squadra. E' una decisione che ci ha lasciati un po' con l'amaro in bocca, perché la situazione era abbastanza difficile, ma non così tale da giustificare l'interruzione del progetto".

Aveva captato segnali di insoddisfazione da parte della proprietà?
"L'insoddisfazione c'era, e questo credo sia comprensibile. Del resto anche noi non eravamo contenti di come andassero le cose. Però c'era tutto il tempo, c'era la possibilità di rimediare. Stavamo lavorando proprio per far sì che le cose potessero migliorare. Di questo ne ero convinto".

Chi le ha comunicato la decisione?
"Marco Ferrari. Mi ha chiamato e mi ha detto che, alla luce di quello che stava accadendo, non c'era più la possibilità di andare avanti".

A mente fredda, secondo lei che cosa non ha funzionato?
"Non c'era soltanto un problema. Se il problema fosse stato solo Apolloni, le cose sarebbero migliorate. E invece... Di problemi ce n'erano diversi: stavamo lavorando, cercando di migliorare i difetti. Sapevamo che le difficoltà ci sarebbero state e che il campionato di Lega Pro sarebbe stato difficile: con una vittoria si può star sopra, e con una sconfitta si può stare a 2-3 punti dalla vetta. Questo è il percorso che stavamo facendo e che stavamo portando avanti, con la consapevolezza che le cose non stessero andando come volevamo noi, ma che sarebbero potute migliorare. La vetta non era poi così lontana, eravamo lì".

In settimana si è parlato, tra le altre cose, di una possibile insofferenza della squadra per i metodi di Casellato, responsabile della preparazione atletica:
"Purtroppo si ha l'abitudine di cercare subito il colpevole e la causa, e quindi si spara a destra e a sinistra. A parer mio, la squadra stava bene e non c'era nessun problema di tipo atletico. Magari qualcuno non è riuscito ad ingranare e a dare quello per cui era stato pagato, ma i primi a non essere contenti eravamo noi".

Dopo la partita con l'Ancona, sia Ferrari che Lucarelli hanno detto che quest'anno non siete mai stati squadra. L'hanno un po' ferita queste parole?
"No, sono abituato a ricevere le critiche. Ripeto, le cause sono tante e le responsabilità sono di tutti. Non è soltanto l'allenatore ad avere delle responsabilità: le responsabilità sono da dividere tra tutti, in egual misura. Il dispiacere è che si stava lavorando per cercare di venirne fuori".

Nessuno conosce la squadra meglio di lei. Quale reparto necessita maggiormente di rinforzi a gennaio?
"Non è più un problema mio, ma posso dire che stavamo lavorando anche su quello. Non voglio assolutamente mettere bocca su cose che non mi competono più".

Non può parlare del mercato di gennaio, ma può senz'altro esprimersi sulla campagna trasferimenti della scorsa estate. E' stato sbagliato qualcosa nella costruzione della squadra?
"Come ho già detto, le responsabilità sono da dividere tra tutti. Qualche errore c'è stato, ma questo fa anche parte di un percorso di una nuova società, di un nuovo progetto. Si è cercato di dare delle basi importanti ad una società che era nata da delle ceneri importanti. Probabilmente le aspettative della piazza erano troppo alte: noi avevamo detto che volevamo andare su, ma non che avremmo stravinto o dominato il torneo. Questo è un campionato difficile, e alcuni club blasonati come Lecce e Cremonese lo sanno molto bene: sono anni che spendono parecchi soldi per provare a risalire, eppure son sempre lì... Sapevamo di queste difficoltà e stavamo lavorando per cercare di dare una identità al Parma Calcio, sotto tutti i punti di vista".

Tra i vari giovani che compongono la rosa crociata, a suo parere qual è quello che può crescere di più?
"Ce ne sono diversi che possono crescere, non faccio un nome in particolare. Se riescono a mostrare le loro qualità in terza serie, poi per loro possono aprirsi le porte per le categorie superiori".

Ha sentito i giocatori dopo l'esonero?
"Qualcuno sì".

Che cosa le hanno detto?
"Sono rimasti stupiti e amareggiati per quello che è accaduto. Era una cosa inaspettata".

Ora Apolloni che farà?
"Ora sono in pausa di riflessione. Poi ricomincerò a vedere le partite e ad aggiornarmi, magari attraverso gli allenamenti delle altre squadre. C'è sempre da imparare".

Un suo ritorno a Parma, ad oggi, è improbabile, ma il calcio è imprevedibile e a volte succede che la proprietà richiami un allenatore precedentemente esonerato. Se dovessero ricontattarla, risponderebbe presente?
"Certo che tornerei, tornerei sicuramente. Questo è il mio lavoro, so che un allenatore ha di questi momenti. L'amarezza è quella di non essere riusciti ad andare avanti in questo progetto. Le critiche sono state feroci nei confronti di squadra, allenatore e dirigenti, ma forse hanno dimenticato che l'anno scorso abbiamo vinto un campionato, senza aver perso una partita. Quest'anno le critiche in alcuni momenti erano giuste, però non mi sono piaciute le polemiche che sono nate intorno, sempre e comunque, anche quando la squadra giocava e vinceva. C'era sempre una insoddisfazione che alimentava soltanto delle polemiche per destabilizzare. Questo sinceramente mi ha dato fastidio".

Malgrado tutto, continuerà a seguire il Parma e a tifare per la squadra crociata?
"Io abito a Parma, ma al di là questo è qui che mi sono realizzato come calciatore. Il mio sogno era di riportare in alto il Parma Calcio: ci sono riuscito solo parzialmente, ma vi assicuro che non era semplice risalire immediatamente in Lega Pro. Di semplice non c'è nulla nel calcio. Dispiace per come è andata a finire, soprattutto per non essere riuscito a portare a termine questo progetto".

@ESCLUSIVA PARMALIVE - RIPRODUZIONE RISERVATA